l' Editoriale
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del 20/10
I DOLORI DEL GIOVANE PAOLO
                        ?
 Dove sta andando il Milan?
Dov'e' il mio Milan?
La nebbia che vedo nei prossimi anni e' reale?
Il mio attuale distacco dalla squadra da cosa dipende?
Dolori di un giovane innamorato rossonero che ha smarrito la via.
Il mio Milan...
Un grande punto interrogativo.
(Paolo Bellettieri)
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del 13/10
Certo che è proprio dura fare il tifoso del Milan in questo periodo, e lo è anche per chi non fa dei risultati e della competitività a tutti i costi il suo obiettivo principale.
La squadra non funziona, i giocatori sembrano ormai logori e privi di stimoli, l’allenatore sembra una persona che si trova lì per caso e che avrebbe fatto meglio a continuare a fare (e bene) il mestiere di dirigente, la società sembra avvolta da nubi che si addensano all’orizzonte e che danno netta la sensazione che il livello di confusione gestionale sia ai massimi storici. Insomma, da qualunque angolazione la si guardi, non sembra ci sia neanche un qualcosa di positivo a cui aggrapparsi.
Partiamo dalla squadra. Francamente, nonostante la scoppola del derby, l’inizio qualche segnale positivo l’aveva lanciato. La vittoria di Siena, il pari di Livorno (con più ombre che luci), la vittoria di Marsiglia in Champions e la vittoria col Bologna avevano fatto intravedere che il Milan aveva da dire qualcosa. Soprattutto, aveva fatto piacere la capacità di soffrire e di portare a casa la vittoria di Marsiglia, ed ancor di più aveva fatto piacere il fatto che si fosse riusciti a dare seguito a quella vittoria con una prestazione consistente (in termini di gioco e di risultato) contro il Bologna, nonostante la scarsa capacità di essere cattivi sotto porta.
Il problema, invece, è stato che da lì in poi la squadra ha subito una paurosa involuzione. Udinese, Bari, Zurigo ed Atalanta dovevano essere il definitivo trampolino di lancio prima della sosta per le Nazionali, ed invece si sono trasformate in un autentico incubo. Le quattro partite di cui sopra sono sembrate quelle del “vorrei ma non posso!!!”. Una squadra lenta, impacciata, poco concreta, terribilmente incapace di rimanere solida davanti alle prime avversità. Passi la sconfitta di Udine (dove abbiamo spesso rimediato delle brutte serate), ma non è ammissibile vedere giungere il Bari a San Siro ed indicarci come si gioca a calcio, così come non è ammissibile (né in questa né nella prossima vita) perdere in casa contro lo Zurigo in una partita importantissima per la nostra classifica nel gironcino di Champions League. Reagiremo a Bergamo? Macchè! Fortuna che i nostri avversari restano in dieci già nel primo tempo: partorire il topolino di un gol in 83’ minuti è lo specchio di un momento assolutamente negativo. E’ proprio il gol il nostro problema più grande, ma la sensazione che la scarsa attitudine ad offendere sia causata soprattutto da evidenti problemi a centrocampo è grande! Ad eccezione di Flamini (a volte anche troppo esuberante), tutta la nostra linea mediana è in difficoltà! Ti verrebbe voglia di dire che Ambrosini, Gattuso, Pirlo e Seedorf sarebbe meglio che riposassero (per non dire altro), ma ti accorgi che gli uomini a disposizione sono finiti. Ti verrebbe voglia di dire che il 4-4-2 sarebbe la soluzione ideale per dare maggiore solidità a tutta la squadra, ma poi mi vengono in mente le parole di un vecchio allenatore che diceva “che i discorsi sui moduli sono del tutto inutili e superflui se non hai gente che corre in mezzo al campo”, e francamente questo Milan è pieno di gente che da la sensazione di correre poco e male. Avresti voglia di aggrapparti al “giovane fuoriclasse Pato” che con le sue giocate può risolverti le partite e togliere le castagne dal fuoco nei momenti di difficoltà,  ma ti accorgi che il tuo “salvatore” è entrato in un letargo che non si sa bene quando avrà fine. In tutto questo quadro negativo è giusto però citare i nomi di quei ragazzi che, nonostante il grigiore generale, hanno meritato gli applausi dei tifosi rossoneri: Marco Storari, Sandro Nesta, Thiago Silva (finchè ha giocato), Ignazio Abate, Mathieu Flamini. E’ dal loro esempio che bisogna ripartire per cercare di raddrizzare una stagione che, al di là di tutto, questa rosa e questa squadra è in grado di rendere dignitosa (magari con qualche innesto invernale). Ed è intorno a Ronaldinho (che non sarà quello di Barcellona, ma che è il più “pericoloso” dei nostri uomini d’attacco) che va incentrata la fase offensiva di una squadra che fa terribilmente fatica a liberare l’uomo davanti alla porta avversaria.
Su mister Leonardo mi permetto di sospendere ancora il giudizio. E’ vero che la squadra che gli è stata affidata non è quella che avrebbe voluto lui, è vero che è difficile (se non impossibile) proporre qualcosa di nuovo con una squadra che è praticamente la stessa dello scorso anno (in tutti i ruoli chiave) meno Kakà! Ma è anche vero che in alcune cose il mister brasiliano ha lasciato perplessi per scelte tecniche e soprattutto tattiche (non si è accantonato un po’ troppo presto lo schieramento di Siena?). Leo è un ottima persona, diamogli il tempo di farci vedere se è in grado di fare l’allenatore come sapeva fare il dirigente (ottimo)!
Sulle vicende societarie si parla da mesi di molte cose e spesso a sproposito. Non mi accodo in nessun modo al partito di quelli che invocano la cessione della società da parte di Silvio Berlusconi a tutti i costi, a coloro che pensano che la salvezza del Milan stia in una nuova ipotetica proprietà, qualunque essa sia, basta che non sia più quella del Premier italiano. Piuttosto mi accodo al partito di quelli che sperano e chiedono “soltanto” che l’attuale proprietario torni a metterci la stessa voglia e la stessa passione che aveva una volta: non chiediamo che debba spendere gli stessi soldi “a fondo perduto” che ha speso in questi 20 e passa anni, l’unica cosa che gli chiediamo è “che si spenda di più lui” nelle vicende del “suo/nostro club”.
Ed allora, sembra tutto buio e sembra tutto perso, ma mi ricordo, e qui lo voglio riprendere, uno splendido striscione dedicato dalla Curva Sud (a proposito, non abbiamo più neanche quella)  a Ruud Gullit quando sembrava non potesse più tornare a giocare dopo l’infortunio al ginocchio: NESSUNA NOTTE E’ TANTO LUNGA DA IMPEDIRE AL SOLE DI RISORGERE: MILAN, RISORGERAI!
Approfitto di questo editoriale per fare qualche breve considerazione sul nostro Sito. Come molti di voi sanno, da qualche giorno è partito un nuovo progetto che prevede il lancio, lo sviluppo e l’evoluzione del nuovo Milan Day Network. L’obiettivo di questo gruppo di amici è quello di rendere sempre più piacevole la nostra compagnia a coloro che avranno la grazia di seguirci. In qualità di responsabile del Sito ne approfitto per comunicarvi che stiamo lavorando a tutta una serie di novità che metteremo in pratica fin dai giorni prossimi, novità strutturali e novità di contenuti che speriamo incontreranno il vostro gradimento.
Continuate a seguirci!
Un saluto a tutti.
(Gianpiero Sabato)
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del  06/10
Quando amo qualcuno, di un amore totale, inspiegabile, infinito, voglio che il mio amore non soffra mai, che possa vivere sempre giorni belli e pieni di soddisfazioni, perché la sua gioia sarebbe la mia gioia, le sue conquiste le mie conquiste.
Quando vado all’appuntamento con lui, lo voglio vedere sempre bello, col vestito della festa, in piena forma. Voglio essere invidiata perché sono al suo fianco, orgogliosa dei suoi successi.
Se lo vedo in difficoltà soffro, mi struggo per lui, vorrei fare di più per aiutarlo, mi danno se i suoi detrattori approfittano del momento per screditarlo.
Se capita che lui si ammala, io tremo...e resto al suo capezzale.
Non voglio ascoltare sedicenti medici che dicono che questa malattia è lunga e difficile da guarire, che forse potrebbe essere necessaria un’operazione drastica, per resettare vecchie aderenze...perchè io amo anche quelle...amo tutto di lui, come è stato da sempre.
E mi arrabbio a sentire certe cattiverie...per difendere il mio amore sono pronta a tutto...anche a litigare con la famiglia, con gli amici. con chiunque ne dica male.
Anch’io vedo che è debilitato nel fisico, che fatica a realizzare cose che prima gli riuscivano alla perfezione, ma proprio per questo voglio stargli vicino ancora di più.
Ricordo con struggente nostalgia i giorni bellissimi passati insieme, eravamo splendidi...una coppia formidabile...lui vinceva le sue battaglie ed io mi beavo di queste vittorie...illuminandomi di luce riflessa, testa alta e fiera...gridando a tutti la mia felicità...visto? è il mio amore che vince!
E proprio per questi ricordi, perché ho voglia di viverne altri insieme...un nuovo dal sapore antico,
che ci riporti tutti e due a godere appieno della nostra vicinanza, che non ho il cuore di allontanarmi, anche se momentaneamente, da lui e la mia voce sarà sempre pronta a spronarlo, incitarlo, confortarlo.
Sperando in una guarigione completa, il più presto possibile, mi resta un’unica certezza...
questo amore mi riempie la vita, mi fa sorridere, mi fa emozionare, mi fa vibrare l’anima e niente e nessuno riuscirà mai a dividerci.
FORZA AMORE MIO...FORZA MILAN!
(Gabriella)
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del 29/09
Pato ha rinnovato, evviva Pato. Coup de teatre, spot pubblicitario in pieno stile Berlusconi, fate voi: sta di fatto, che nel momento peggiore di questo millennio, la società blinda il giocatore tecnicamente più importante, lusingato da sirene blues, prolungandogli e adeguandogli il contratto fino al 2014. E' indubbiamente un segnale importante, uno squillo di tromba nel plumbeo silenzio che sta accompagnando la gestione del club. Tuttavia, per quel che mi riguarda, non è cambiato molto. Innanzitutto perchè Pato non era in scadenza di contratto imminente, per cui fosse necessario correre ai ripari per trattenerlo a Milanello: il precedente accordo garantiva ancora anni di militanza rossonera a sufficienza. Nè ritengo che uno stipendio da 2.7 milioni di euro all'anno lo mettano al riparo dagli assalti d'oltremanica: lì certe cifre vengono riconosciute ai magazzinieri! Il problema Pato, invece, rimane, ed è duplice: tecnico e tattico. Il lato tecnico rimane la sua effettiva permanenza o meno nella società rossonera. Anche Riccardo Kakà aveva davanti anni di contratto col Milan a iosa, pur tuttavia è stato ceduto, davanti ad un'offerta neanche tanto stroboscopica, perchè il dissesto finanziario annuale non poteva essere più risanato dalla holding Fininvest, vuoi per effettive necessità (il novembre dello scorso anno per Mediaset in Borsa è stato terrificante...), vuoi per una decisa sterzata che la proprietà ha voluto dare alla gestione del club. Dunque, col Papero, il Milan si trova nella stessa identica situazione in cui si è venuto ha trovare la scorsa estate con Kakà, con una sola, sostanziale e fondamentale, differenza: il bilancio, al momento e in previsione, è più che solido, motivo per cui dovrebbero essere scongiurate illustri cessioni atte a far cassa. Ma c'è un ma. Il Milan ha sì un'economia foriera di belle notizie per il futuro, ma un progetto di campo, al momento, desolante, figlio proprio di questa virtuosità contabile. I buchi neri che esistono nella rosa, infatti, non sono stati minimamente risolti, proprio per non gravare sulle casse societarie, ottenendo una squadra che non ha colmato i propri grossi limiti. Il giocatore più forte del mondo è stato ceduto, lasciando la sua casella praticamente vuota, e andando a prendere Huntelaar nell'anno in cui, ai nastri di partenza, avevi già un Borriello pronto, e comunque un Inzaghi di scorta che fà sempre bene. Mi chiedo, ad esempio, perchè il Milan, sapendo della cessione di Kakà già da Pasqua, non abbia fatto un minimo tentativo per cercare di portar via Diego alla Juve: la differenza economica tra il suo acquisto e quello del pur bravo e rispettabilissimo centravanti orange consta di 8 milioni, una cifra che non avrebbe certo ribaltato il bilancio! E' chiaro, dal di fuori non possiamo che immaginare le cose, mettendo in conto di non saperne altre. E' però lampante un punto: il Milan ha bisogno di risultati per far cassa e per distogliere i propri giocatori dalle avances degli altri grandi club europei. E al momento, da questo punto di vista, le prospettive sono poco incoraggianti. Qui si apre, di contro, il problema tattico nella gestione Pato: il ragazzo, evidentemente e comprensibilmente, non ha ancora le spalle sufficientemente larghe per sobbarcarsi, alla Kakà per intenderci, il peso offensivo della squadra. Il modulo di gioco porta la squadra e i suoi attaccanti in un imbuto cosmico nei pressi dell'area di rigore, da dove diventa quasi impossibile anche tirare in porta: e Pato, nel traffico, è un giocatore come un altro. Bisogna, quindi e al più presto, trovare alternative, allargare campo e avversari, creare quegli spazi in cui lui, prendendo velocità e slancio, possa diventare devastante. Questo è un compitaccio per quel brav'uomo di Leonardo, che non poteva immaginare banco di prova più impegnativo per la sua prima esperienza da allenatore. E' soprattutto a lui che va il mio più grosso in bocca al lupo e la mia più sincera stima, perchè dentro di me sento che ha la necessaria intelligenza per gestire il momento. Spero solo di non sbagliarmi...
(Guglielmo)
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del 22/09
FEDELI, SEMPRE!
Parlare dell’estate che tutti i Milanisti si sono lasciati alle spalle non è certo materia semplice e indolore. E’ stata un misto di sensazioni, di pensieri, di opinioni. La cosa strana, tuttavia, è che se l’estate del calcio, generalmente, è fatta da pareri contrastanti, di opinioni sulle quali è sempre bello e giusto confrontarsi avendo ognuno la propria opinione, quella dei Milanisti, quest’anno, non è certo stata così. Fermo restando la dialettica e il confronto, sempre presenti, l’estate ha fatto levare un coro preciso e unanime da parte del popolo RossoNero, profondamente scosso e turbato da eventi che potremmo definire epocali. Per farla breve, l’estate Milanista è stata caratterizzata da tutta una serie di prime volte. Facciamo attenzione però: se fino a quest’estate tutte le prime volte avevano solamente regalato sogni, speranze e infine grandi e irraggiungibili gioie ed emozioni, in questi tre mesi sotto l’ombrellone queste prime volte hanno portato nei Nostri cuori timori, paure e un futuro che, tutto d’un tratto, si tingeva di un colore sempre più cupo ed inquietante. Senz’altro già la scorsa stagione si era conclusa con alcune svolte incredibilmente significative in casa RossoNera: eventi come l’addio al calcio dell’intramontabile Capitano Paolo Maldini e la decisione di Carlo Ancelotti di terminare l’incredibile avventura da traghettatore di Notti mitiche ci lasciavano già con un vuoto e una ferita di notevoli dimensioni. Da questo punto di vista, la società ha operato come meglio non poteva per la sostituzione di queste pietre miliari: il nuovo Capitano è, infatti, un uomo straordinario, dal carisma e dalla tenacia davvero rare. Parliamo, naturalmente, di Massimo Ambrosini. Per quanto riguarda la direzione tecnica, anche quì la scelta di un allenatore giovane e con idee fresche come Leonardo, sebbene l’attuale Mister RossoNero sia alla primissima esperienza da allenatore, crediamo sia stata la scelta più indicata per una Squadra a corto ormai di stimoli e bisognosa di innovazioni sotto tutti i punti di vista. Fino a quì sembrava essere il Milan di sempre, il Milan che programma, che riparte e che si rinnova, all’insegna della mission data nel lontano 1986 dal Presidente Berlusconi. Da lì in poi, però, tutto cambia. Tutto, come detto pocanzi, assume i connotati di un grande punto interrogativo al quale, francamente, non riusciamo ancora oggi, a stagione in corso, a dare spiegazioni. Il Milan, dopo l’assalto del mese di Gennaio del Manchester City, non osa nemmeno resistere quando Florentino Perez, rieletto presidente del Real Madrid, bussa alla porta di via Turati in cerca del giocatore più forte della Squadra: Ricardo Izecson dos Santos Leite Kakà. 67, 6 milioni di euro bastano per terminare così un’epoca, un amore grandissimo, senza confini, un amore che mai più, forse, i Tifosi Milanisti proveranno per nessun altro giocatore. In più, come se non bastasse l’idea di dover rinunciare a Kakà, abbiamo ancora una piccolissima speranza di vederlo ancora con Noi, ovvero quando il Presidente Berlusconi dichiara di dover ancora effettuare una chiamata a Ricardo, per convincerlo di rimanere al Milan. Peccato, però, che la sera prima della famigerata telefonata il medico sociale del Real Madrid stia già visitando Kakà, e quella telefonata, alla fine, non avverrà mai più. La domanda del popolo Milanista è una sola: Perché? Bilancio? Ripianamento? Crisi economica Mondiale? Fatto sta che a quel punto ripartire è davvero tremendo. La consapevolezza, da parte del popolo Milanista, è però una sola: Ricky non può essere sostituito con un giocatore, deve essere sostituito con un’idea, un progetto, un qualcosa di duraturo nel tempo. Ecco, quindi, l’idea della programmazione futura, quella che ha reso famoso il Milan nel mondo. Anche da questo punto di vista, però, i segnali sono ombrosi: l’unico obiettivo è Dzeko; anzi no, andiamo su Luis Fabiano; cerchiamo un terzino giovane e che dia profondità; se non parte Oddo non arriva nessuno; restiamo come siamo! Queste sono solamente alcune delle cose che abbiamo dovuto sentire durante l’estate, dalle quali ci è sorta una domanda spontanea: ma siamo consapevoli che stiamo girando su Noi stessi, alla cieca e senza un obiettivo definito??? I Tifosi Milanisti che, come il sottoscritto e molti altri ancora, avevano sempre e comunque affiancato la società nelle sue scelte anche dopo estati come quella del 2006 e del 2007, sostenendo e incitando sempre ogni acquisto e ogni decisione, da quest’estate in poi non si sentono più la fede e l’orgoglio di sempre, lasciando parlare al loro posto un assordante silenzio. Dove sono finiti i valori che tanto ci redevano orgogliosi del Nostro essere diversi, del Nostro essere Milanisti? Dove è andata a finire la Società (quella con la lettera maiuscola) che già a Marzo aveva definito e raggiunto i suoi obiettivi di mercato?
L’unica cosa che ci viene da dire, adesso, è che le chiacchiere e il passato (quello recente, sia ben chiaro) non contano più. Quel che conta adesso, per il popolo Milanista, è attaccarsi con un amore incondizionato ai propri colori e a questa Squadra, che merita comunque di essere seguita e di essere incitata. Adesso è l’altra fetta del cuore a parlare, dicendoci di non soffermarci su una sessione di mercato un pò così, di non fermare l’adrenalina e la passione che abbiamo in corpo ogni qualvolta vediamo quei due colori magici e meravigliosi sul terreno di gioco. La Nostra fede e il Nostro amore per il Milan deve essere forte, incredibilmente forte e andare oltre anche a questo, e siamo sicuri che ce la faremo e che, un giorno, non sappiamo quanto lontano o quanto vicino, vista la complessità del calcio, torneremo ad essere quelli di sempre!
Per adesso, comunque, l’imperativo è uno solo: essere fedeli...SEMPRE!!!
(Mario)
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del 15/09
Nessuno (salvo i più... chiamiamoli, "ottimisti"), ad agosto era convinto di tifare per una squadra stellare, nessuno aveva dato credito al nostro apparente Presidente, il quale, giova ricordarlo, aveva definito il Milan "tecnicamente più forte dell'Inter". Ma certo in pochi si aspettavano l'autentico scempio a cui il tifoso rossonero ha dovuto assistere in questo inizio di stagione.
Classificato oramai l'illusorio exploit di Siena alla voce "botta di c..o", il crollo nel derby  e il pareggio imbarazzante di Livorno hanno portato a più miti consigli le ambizioni di questa squadra, che ha già abdicato al ruolo di possibile outsider in chiave scudetto, che ha già rinunciato a vincere il suo girone di Champions (per ammissione indiretta dello stesso Galliani, che vede il Real già qualificato, e il Milan a lottare col Marsiglia), e che adesso si guarda intorno in cerca dei suoi "competitors", come direbbe quello che il 2 giugno era al mare in Romagna.
Adesso è partita la corsa a chi la spara più grossa: quello di Livorno è un punto-salvezza? E' in arrivo la terza B? Rinunceremo a tavolino a partecipare alle restanti partite stagionali perchè sennò le perdiamo tutte 4-0?
Realisticamente e a mente fredda, io credo che, nonostante tutto, in serie A solo 2 squadre abbiano un organico migliore di quello del Milan, e sono quelle lì che sapete. Seguono 4 squadre che a mio avviso sono su livelli paragonabili: Fiorentina e Genoa, inferiori per uomini, ma superiori per funzionalità degli stessi al sistema di gioco, Roma e Milan, con "nomi" di un livello più alto (soprattutto il Milan), ma accatastati senza un criterio, senza contare gli ambientini elettrici alle spalle (soprattutto la Roma).
Dunque, il terzo-quarto posto, è e deve essere ad oggi l'obiettivo di questa squadra. Non tanto perchè dobbiamo andare in Champions anche l'anno prossimo, o perchè sennò se ne va Pato, ma perchè le forze in campo in serie A dicono questo.
Ora, i problemi di questa squadra, che sono solo il riflesso di quelli (ben più gravi) societari, sono talmente noti e stranoti che credo risulti noioso leggerli tanto quanto lo è per me scriverli. Io e voi, e mi rivolgo specialmente ai Non-Evoluti davanti al pc, sappiamo come siamo arrivati a questo, quindi direi di non tornarci sopra. Per il momento, contano le soluzioni possibili per ricompattare questa squadra e tornare 1) ad avere un gioco, 2) a far punti. Inutile prendersi in giro, la coperta è corta, e nessun modulo alternativo o inserimento dalla panchina può rappresentare l'uovo di Colombo.
4-4-2? Mai venuto bene da 8 anni a questa parte, e la rosa offre poche scelte per metterlo in campo. 4-3-1-2 con Seedorf al posto di Ronaldinho? Utile a ricompattare un minimo la squadra, visto il lavoro che fa (quando vuole) Clarence in fase di non possesso, ma può mai rappresentare la soluzione l'inserimento fra i titolari di un ultratrentenne che da 2 anni è in fase calante? Difesa a 3? A Milanello non si può, e in ogni caso dietro Nesta e Thiago (stante il rapimento da parte degli alieni di Bonera) non ci sono numericamente centrali di livello da far giocare. Il compito di Leo non è affatto semplice. Anche perchè, avrete notato, gli scenari di cui sopra comportano l'uscita dai titolari di Ronaldinho, così vergognoso per condizione fisica a Livorno da far rimpiangere il Boban dell'amichevole per Borgonovo. Ma sappiamo che l'apparente Presidente della società non guarda le partite, e forse neanche i risultati, a lui importa leggere la formazione e vedere Ronaldinho, poi durante i 90' in cui la tua squadra gioca ci sono cose ben più interessanti da fare.
Ripartirei quindi da pochi concetti. Il primo: Abate deve giocare (e mi ero permesso di scriverlo venerdì nella Diagnosi). Trovategli voi un posto, se da terzino (dove lo proverei io) non vi piace. Ma in una squadra vecchia, che corre poco e male come la nostra, che non salta l'uomo se non con Pato, tenere fuori la freschezza di Abate è follia. Il secondo: Jankulovski non deve più avvicinarsi alla fascia sinistra. Anche sabato sera in una occasione si è fatto saltare come un dilettante, e ormai non offre più neanche quella spinta offensiva che nei suoi primi anni qui poteva giustificare il suo impiego da laterale di difesa. Il terzo: il buon Leo deve mettersi in quella zucca ipertricotica che DEVE giocare chi merita, chi in settimana fa vedere che c'è, che ha gamba, non chi ha esperienza, ha carisma, ci ha fatto vincere e via così, e se questo vuol dire far fuori Ronaldinho o Pirlo o Seedorf o Pincopalla, un bel chissene!
Lo so, lo so, leggere quest'ultimo auspicio suscita lo stesso scetticismo di un comizio politico che promette meno tasse, ma questa è la strada. Arriva un momento in cui un uomo e un professionista deve armarsi di coraggio e lucidità, e scegliere fra ciò che è giusto e ciò che è facile. E Leonardo, alla sua terza panchina in carriera, c'è già arrivato.
(Francesco)
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del  08/09
Forza Leo!
E' assurdo che un allenatore venga già messo in discussione dopo due sole giornate di campionato. Non è ragionevole come cosa, non è logica.
Non lo è perchè non esiste allo stato attuale un parametro di giudizio oggettivo. Su quale base giudichiamo Leonardo? Su una buona partita di Siena, un bell'inizio di derby e dieci minuti demenziali nella gestione dello stesso che ne hanno compromesso il risultato?
Perchè i parametri oggettivi per giudicare Leo sono questi per adesso e sono assolutamente scarni e privi di riscontri.
Un allenatore può essere giudicato in prima battuta soltanto dopo qualche mese di lavoro ed un primo ciclo di partite importante.
I dieci minuti folli del derby, quelli che vanno dal gol di Motta all'espulsione di Gattuso, sono diventati una sentenza di condanna per Leo, una spada di Damocle che pende sulla sua testa pronta a cascare da un momento all'altro.
Con questo tipo di approccio, tipico del nostro calcio, si dimostra una totale mancanza di considerazione per il lavoro e la didattica di un allenatore.
Intendiamoci, nessuno sostiene che Leonardo sia un grande allenatore. Questo deve ancora dimostrarlo e non è detto che lo dimostri. Ma i giudizi per essere equilibrati devono basarsi su disamine attente e oneste, su valutazioni globali e accurate, non su sensazioni di pancia.
Bisogna anche tenere presente che Leo ha preso in mano una squadra che viene da due anni non positivi non tanto sul piano dei risultati (comunque negativi per ciò che concerne il quinto posto del 2008) ma soprattutto sul piano gestionale e organizzativo con scelte tecniche poco comprensibili e gerarchie pre-costituite ormai radicate in maniera quasi automatica.
Inoltre la crisi societaria che sta investendo il Milan si ripercuote inevitabilmete sugli umori e sull'autostima del gruppo e Leo oltre ai compiti tecnici si ritrova a dover fare da motivatore, da saggio psicologo.
Una situazione non semplice, unita oggettivamente ad un organico che è inferiore a Inter e Juvents. Miracoli non se ne possono fare, il terzo posto è un concretamente raggiungibile, ma chiedere a Leo lo scudetto non è possibile, visto che arti magiche non sembra averne
(MaxRC)
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del 01/09
Benritrovati!
Tutti noi di Milan Day ci auguriamo che abbiate passato una ottima estate e siate pronti a vivere un'altra stagione di passione RossoNera.
Già, "passione", ma... passione intesa come tifo o come sofferenza ?
L'estate ci dice che, forse, il secondo caso (sofferenza) sarà proprio quello che dovremo aspettarci.
Personalmente non mi interessa l'estate mercantile e quindi, sotto questo punto di vista, sono abbastanza sereno nell'aspettare quello che il campo ci dirà.
Troppe volte ho visto mercati sontuosi (a parere di esperti e tifosi) trasformarsi in autentici flop stagionali e, viceversa, mercati dichiarati fallimentari trasformarsi in stagioni ricche di successi.
Scrivo queste righe all'indomani della batosta derby e vi posso assicurare che in questi primi quindici giorni di campionato ho sentito di tutto:
- "faticheremo ad entrare nelle prime quattro" si diceva alla vigilia della prima a Siena
- "batteremo l'Inter e la manderemo a -5" si diceva dopo la vittoriosa trasferta in Toscana
- "speriamo di salvarci" si è detto dopo la bastonata nel derby
...capito perchè mi fido solo del campo ?
Chi mi conosce sa quanto, anche sotto tortura, anche di fronte alla più schiacciante delle evidenze, anche sullo 0-3 a cinque minuti dalla fine
io non mi arrenda.
Sono sempre ed incurabilmente dalla parte del mio Milan (quando, per la prima volta, vidi lo spot del famoso orologio -Don`t Touch My...- sorrisi ed istintivamente cambiai la parola della marca con Milan)
quindi volte che mi arrenda adesso ? Dopo due giornate di Campionato ? Non chiedetemi, per pietà, cosa "vedo" per il maggio RossoNero...
Ma... sono preoccupato.
Quando una cosa, anche al di là del calcio, non la capisco, non riesco a darmene una spiegazione, stento a riconoscerla... mi preoccupo e la "vivo male"
Oggi...
comincio a non riconoscere e a non trovare più ragionevoli spiegazioni all'atteggiamento di quest'ultimo Silvio Berlusconi.
Ho come la spiacevolissima sensazione che si sia... PierSilvionizzato e cioè che del Milan, del suo Milan, non gli interessi più di tanto.
Trovo splendida la frase (perdonatemi, non ricordo più di chi) :"ci ha reso orgogliosi di essere Milanisti".
La trovo splendida perchè vera.
Mi ricordo ancora quando noi Milanisti ci sentivamo di misurarci con Roma, Lazio, Fiorentina... e non certo con Juve ed Inter
Ma non sono, per quel che mi riguarda, le vittorie di questo ventennio, che mi hanno reso orgoglioso.
Si sono importanti, godibilissime e foriere di gioie indescrivibili ma... eguagliabili
Se pensiamo a quello che ha fatto il nostro Milan in questi 20 anni... perchè non può farlo un'altra ?
L'orgoglio che provo (stavo per scrivere provavo) è nell'essere "diversi" e questo lo devo a Silvio Berlusconi
I valori, le parole, lo stile... tutto sembra essere messo in discussione, rinnegato in... un silenzio assordante!
"nessuno al modo può venire dal sottoscritto a dire mi prendo Kakà" e poi... "ci sono esigenze di bilancio"
Galliani : "abbiamo preso uno dei terzini più forti al mondo" e poi... si effettua una spericolata arrampicata sugli specchi per rompere un contratto già scritto
Pirlo che viene ceduto "in piazza" e poi tenuto, difeso ed ostentato come una "bandiera"
Ancelotti che è "uno di famiglia" e poi, appena arrivato al Chelsea, accusato di essere sato il "male" del Milan nell'ultimo campionato
"Huntelaar? Non lo conosco" e poi presentato come "il crack" del mercato RossoNero
E che dire di "sbattere" Oddo in prima pagina per addossargli le colpe del mancato acquisto di un rinforzo in difesa ?
Tutto questo non è "da Milan", o meglio, non è da Milan per quello che in 20 anni ci è stato detto e che ci ha resi orgogliosi al di là dei trofei
"sono il primo tifoso del Milan, il padre di tutti i Milanisti" ma allora perchè, come fa un qualsiasi buon padre, non parli, non spieghi, non tiri su il morale ad una "famiglia" disorientata, depressa, che si sente senza un futuro ?
Ecco quello che non capisco, che mi preoccupa, che mi "fa star male" come Milanista
Hanno davvero ragione quelli che pensano e dicono che "il Milan a Berlusconi non interessa più!" ?
Non voglio crederci, non voglio nemmeno pensarci.
Mi aggrappo sempre più a quella prima intervista del Berlusconi fresco nuovo presidente del Milan "porteremo questa squadra ad essere protagonista e vincente in Italia, in Europa e nel mondo"
...quando lo sentii, gli detti del "matto".
Bene oggi voglio ridargli del "matto" come allora, nella speranza di sbagliarmi ancora una volta
perchè a me non interessa "aver ragione" e dire "l'avevo detto", per cui non son capace di augurarmi nulla di "male" per il mio Milan pur di sentirmi dire "quanto avevi ragione..."
A me interessa il Milan !
Benvengano i "non ci avevi capito nulla", "visto quanto ti sbagliavi?"... Prima, viene il Milan !
Silvio... è ancora così per te ?
(Massimo)
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del 26/05
"KAKA, PATO E RONALDINHO INSIEME IN CAMPO SONO UN PROBLEMA...
... perchè il Gaucho non fa la fase difensiva, Pato è una seconda mica una prima punta e Kakà deve giocare trequartista (anche se si sente ormai un attaccante)."
Ecco alcune tra le tante cose che dicono su di loro... eppure  in quelle pochissime volte in cui  siamo scesi in campo con il trio d'attacco verdeoro NON ABBIAMO MAI PERSO !?!
Nel derby d'andata (l'unico scontro diretto vinto quest'anno) c'era... il KA-PA-RO. Nei pareggi ottenuti a Cagliari  e Torino (dacci quel rigore netto sul tiro di Dinho e si vinceva)... riecco il trio brasiliano. Così come nella vittoria casalinga (5-1) contro l'Udinese, il 2- 2 a Roma - sponda giallorossa (fin quando c'era il KA-PA-RO in campo, vincevamo) e il pareggio contro la Reggina (con tanto di gol netto ingiustamente annullato a Seedorf).    
In un totale di 6 partite... ZERO SCONFITTE.
Se i risultati ottenuti con un KA-PA-RO sostenuto da una squadra  non sempre schierata in modo opportuno sono questi, figuriamoci  dove si potrebbe arrivare con difesa e centrocampo tosti ed  impostati in modo appropriato.Poi è anche vero che per trovare il giusto assetto, chiaramente questi giocatori devono giocare spesso insieme...e non una volta ogni 10 partite.
Da buona brasiliana sono cresciuta credendo che la migliore difesa sia l'attacco. Ed avendo in rosa tre fuoriclasse assoluti mi sembra una pazzia non sfruttarne al meglio - a maggior ragione se pensiamo ad una nostra probabile partecipazione in Champions League.
Perciò indipendentemente da un eventuale cambio di guida tecnica, per il 2009/2010 cambierei modulo tattico (ormai straconosciuto da tutti) puntando soprattutto sul KA-PA-RO. La famosa "torre" (tanto voluta da molti) la farei entrare nel secondo tempo, caso il risultato della gara non si sia ancora sbloccato. Anche perché negli ultimi anni i problemi del Milan non sono nati dall'attacco (guardando la classifica di questo e dello scorso campionato si percepisce che i rossoneri hanno segnato tanto o più di Inter e Juve, avendo però subito troppi gol) bensì da una difesa e centrocampo che in fase di copertura lasciano a desiderare.
Se la squadra non puo' sostenere due trequartisti che non coprono, cerchiamo allora di pensare ad  un centrocampo tosto che sia in grado di fare bene il suo, lasciando l'attacco libero di compiti gravosi di copertura -  di regola sulla trequarti si dovrebbe puntare alla creazione e fantasia e non alla difesa. E qui mi soffermo a delle critiche indirizzate a Ronaldinho: è follia rinunciare al genio del Gaucho (basta guardare cosa ha fatto nel derby di ritorno, tagliando spesso a fette la difesa avversaria) con la scusa di che "non copre".
"VINCERE E CONVINCERE"... la filosofia del nostro Presidente non può prescindere dai 3 giocatori più talentuosi della nostra rosa. Il Ka-Pa-Ro è la strada da percorrere....gli altri 8 metteteli voi!!!
Pertanto...
KAKA, PATO E RONALDINHO INSIEME IN CAMPO SONO SÌ UN PROBLEMA...
... PER GLI AVVERSARI PERÒ!!!
(Nina)
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del 19/05

I signori del calcio hanno dato un'altra delle loro lezioni di stile e signorilità di fronte alle quali bisogna solo stare muti e inermi ad ascoltare e ad apprendere.
C'è chi può e chi non può recitava una vecchia canzone di Pippo Franco.
Nel calcio italiano è così.
A loro, ai loro tesserati, è permesso di offendere gli altri, di fare striscioni offensivi (anzi la loro è solo goliardia), di intonare cori riguardanti le madri di giocatori del Milan, di presentarsi poi davanti alle telecamere giustificando i loro comportamenti, da classificare come semplici gesti scherzosi.
Peccato che giusto due anni fa l'onesto per antonomasia si strappò pubblicamente le vesti dopo lo striscione famoso di Ambrosini, dimenticando che pochi mesi prima il suo gesto dell'ombrello alla curva rossonera aveva fatto il giro del mondo.
In queste ore di giubilo l'onesto per antonomasia non ritiene di dover intervenire per riprendere i suoi giocatori, in fondo sono solo ragazzate, vanno capite.
La stampa rimane in silenzio, una coltre di silenzio tanto pesante quanto grande così come quella che ha accompagnato i venti e più episodi arbitrali a favore di tutto il campionato.
Anche su quelli nulla da dire, se non il famoso detto che "una squadra così forte avrebbe vinto lo stesso".
Chiedere all'Anortosis per informazioni o a tutte le altre compagini europee che in questi anni hanno affrontato i nerazzurri in Champions.
In tutto questo il giornale rosa più famoso d'Italia che fa?
Tace ovviamente.
Che differenza di posizioni rispetto all'interventismo moralista del maggio del 2007 dopo lo striscione di Ambrosini. I novelli Savonarola dell'epoca oggi sono solo pecorelle al pascolo che intonano belati di giubilo verso l'univeso dell'onestà e verso il suo Presidente che crede di aver vinto contro tutti, accecato dal complesso della vittima al quale ormai non crede più nemmeno Bertolino.
Strano non ci sia stato un giornalista che abbia chiesto a Moratti spiegazioni del fallimento di Mourinho, arrivato qui per vincere la Champions e capace di ottenere gli stessi risultati di Mancini.
Certe domande sono maliziose...
L'onesto per antonomasia potrebbe offendersi o gridare al complotto. Guardiamoci bene dal farle!
Auguri cugini per questo titolo.
Una curiosità, ma è lo scudetto del calcio o quello del volley?
(MaxRC)
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del 11/05

Ho sempre creduto che la fine di un ciclo per una squadra coincida con il logorio dei suoi uomini-chiave a centrocampo; è chiaro infatti che un ciclo si costruisce attraverso un'idea di gioco, la quale deve si trovare le sue fondamenta su una forte difesa, lo sbocco in un prolifico attacco, ma vive e pulsa al centro del campo da calcio. Il ciclo di Ancelotti forse più che ogni altro nella storia del Milan, ha trovato
le sue fortune proprio lì, a partire dell'intuizione di Andrea Pirlo davanti la difesa, per finire con lo scambio Coco-Seedorf, senza dimenticare i gregari diventati campioni col tempo, Gattuso e Ambrosini: questo quartetto E' il Milan di Carlo Ancelotti.
Non a caso ieri sera l'allenatore del Milan in una trasmissione televisiva parlando del rinnovamento profondo che questa squadra dovrebbe subire, ha in pratica chiesto al suo interlocutore dove si possano trovare giocatori migliori di quelli attuali, "e poi, anche a trovarli, mi dite al posto di chi giocherebbero?". Questa non è una strategia da allenatore aziendalista, in questo caso la convinzione è reale: per lui non esiste al mondo un regista più forte di Pirlo, e peccato se non fa un gol su azione in serie A dal marzo 2005, Seedorf è un giocatore fondamentale e soprattutto insostituibile, e peccato se il commento più gettonato dopo le sue prestazioni da parte del nostro Direttore quest'annoè stato "ha fatto il suo". Loro sono i migliori, i 4 moschettieri. Non illudetevi, oggi gioca Beckham solo perchè manca Gattuso, e per trovare posto a Seedorf si è fatto fuori Pato. Esatto, fatto fuori, perchè sempre il suddetto precario allenatore del Milan, nella conferenza pre-Juve aveva sottolineato come a differenza del Palermo di Liverani, la Juve fosse squadra affrontabile senza particolari tatticismi nei riguardi dei centrocampisti avversari: quindi Seedorf Si - Pato No è una scelta TECNICA, è bene chiarirlo.
192. I centimentri della punta di peso che ci servirebbe? No, 192 sono gli anni del nostro ad oggi probabile sestetto di centrocampisti per la prossima stagione: Pirlo è il teen-ager dell'allegro gruppetto (30 anni), seguono Gattuso (31), la coppia Ambrosini-Jankulovski (32),
Seedorf (33) e infine Beckham (34). Presi uno ad uno, in effetti in tutti e 6 i casi ci sono buoni motivi per una conferma: il problema è che 6 centrocampisti tutti sopra i 30, vogliono dire sempre meno corsa, sempre meno pressing, sempre meno intensità nell'arco dei
90 minuti, sempre meno costanza di rendimento nell'arco di un campionato. Ma anche sempre più infortuni, e pancia (comprensibilmente) sempre più piena. E fra un paio d'anni, tutto questo vorrà dire sostituire in blocco l'intero reparto di centrocampisti dell'A.C. Milan.Stante lo spostamento (auspicabile ma non definitivo per ora) di Flamini sulla fascia destra,come si può credere di affrontare la prossima stagione in queste condizioni? Certo, la qualità degli interpreti è tale che uno dei primi 4 posti in campionato alla fine lo si raggiungerà anche l'anno prossimo, ma guai ad illudersi sul primo. E anche in Champions, che noi sappiamo bene essere tutto tranne quel regno del caso che vogliono far credere, un Milan così fatto non paga e non pagherà. Vedremo anche l'anno prossimo i 5-1 e i 3-0, a corrente alternata giocheremo anche bene, ma, lo dichiaro alla dogana lunedì 11 maggio 2009, NON si
vincerà. Quale sarebbe la soluzione? Semplice a dirsi, un pò più complicata a farsi, sarebbe cedere diciamo 2 di questi 4 pilastri, per sostituirli con altrettanti giocatori nella fascia 22-25 anni. Ad esempio (trattandosi di 4 "Idoli" per scegliere pesco i 2 più avanti con gli anni),cambiare Seedorf con il già nostro Gourcuff, e Ambrosini con un centrocampista dal grande fisico, alla Yaya Tourè (Mariga?). Già vi sento.. "ma va, paragonare Ambro nostro con Mariga,il nostro è 2 spanne sopra...". Oggi si, ma se le prestazioni di Ambrosini per una legge di natura anno dopo anno possono solo peggiorare gradatamente, Mariga, o chi per lui, è un giocatore che di anno in anno si sviluppa, cresce, migliora.Purtroppo però la società ha più volte dichiarato che desidera intervenire in difesa, e FORSE in attacco, e dico "forse" perchè già è ricominciato il balletto delle bugie messo in scena giusto la scorsa estate, con l'allenatore del Milan che un mese fa disse "Sheva andrà via, serve una punta", e sabato scorso ha dichiarato "se recupera Borriello siamo a posto". Di centrocampo non se ne parla, anzi, il regista della nazionale vice-campione del Mondo sarà presumibilmente ceduto per far cassa. Chiaro segnale che la società non intende ancora accettare che questo meraviglioso ciclo che ci ha condotto 3 volte in finale di Champions nell'arco di 5 anni, sia finito per sempre.
(FrancescoTheDoc)
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del 05/05

C'è tutta la delusione per quello che poteva essere, e non è stato, nel Milan di Catania. Una squadra padrona del campo e del gioco per larghi tratti, perfetta nei movimenti, negli schemi, nei tanto sospirati inserimenti dei centrocampisti. Una difesa attenta e razionale, lucida come avremmo sempre voluto vederla. Ha ragione Suma: dubito che da quando è tornato in serie A, il pubblico del Catania abbia visto una squadra giocare così bene sul proprio campo. Se una pecca la si puà trovare, nella prestazione sciorinata domenica dal Milan di Ancelotti, è stata la poca cattiveria sotto porta. Che, per certi versi, è anche stata bene accetta: ma vi immaginate voi cos'avrebbe potuto dire Mourinho se il Milan avesse vinto con uno scarto ben più ampio? Già sabato sera il portoghese ha cercato di mettere pepe e pressione sulla trasferta siciliana del Milan, sottolineando come si aspettava dal Catania la stessa grinta agonistica fatta vedere dalla Lazio contro l'Inter. Dicevo, però, che tutto questo ben di Dio ci riporta ad una domanda che in tanti si saranno fatti e si staranno ponendo in questi giorni: dove saremmo arrivati se avessimo avuto la stessa continuità di rendimento (peraltro già di per sè fisiologicamente inipotizzabile) vista nelle ultime 6/7 partite? Molto probabilmente, in questo momento, saremmo noi la lepre e qualcun'altro, invece, rischierebbe di rimanere a fine stagione con "seru tituli". Capire cosa non ha funzionato, non è poi così complicato. Aldilà degli equivoci tattici che questa squadra si porta dietro, è soprattutto uno l'aspetto su cui puntare l'indice: l'infortunio di Kakà. Rimanere nel momento decisivo della stagione, per due mesi, senza il nostro giocatore più forte è stato un prezzo troppo alto da pagare. Mi si fa notare come anche la Juve sia rimasta senza elementi fondamentali del suo schieramento per lunghi momenti. Beh, direi che anche per i bianconeri i risultati si stanno vedendo proprio in quest'ultimo periodo. E comunque perdonate l'arroganza: Kakà è Kakà! Nessuna squadra al mondo può regalare a nessun avversario il più forte giocatore. Abbiamo, noi tifosi, posto troppe volte l'accento sugli errori di dirigenza e staff tecnico, dimenticando colpevolmente come abbiamo affrontato il derby di ritorno: senza Kakà, Gattuso e Nesta. Predente l'Inter, toglietegli Maicon tutta la stagione, Cambiasso per sei mesi, e Ibra per due e poi ne riparliamo. Il Milan, checchè se ne dica, è e rimane una squadra di altissimo spessore. Che probabilmente avrebbe avuto bisogno di Adebayor e non di Ronaldinho, ma che se avesse avuto a disposizione, com'era nei piani, Borriello, forse non avrebbe patito più di tanto il mancato arrivo del togolese. Una squadra che sarebbe stata capace quest'anno di presentarsi con più volti in campo, magari anche nella stessa partita. In molti, me per primo, ce la prendiamo con Ancelotti perchè non rinuncia mai a Seedorf. Nel mio piccolo, però, e in maniera assai razionale, sono straconvinto del fatto che se avessimo avuto una sequela meno infelice di contrattempi fisici, Seedorf avrebbe giocato di meno, ma perchè avrebbe assunto altri contorni la squadra. Prendete il caso Beckham: ma vi siete accorti che l'unico a non avere nessunissima fretta sul recupero di Gattuso è proprio Ancelotti? Ma solo perchè, col rientro di Rino, l'inglese sarebbe di troppo, e come si farebbe poi a tenerlo fuori? Ci fosse stato Borriello sempre a disposizione, o lo stesso Dinho in condizioni ottimali, siamo così convinti che Seedorf sarebbe stato così imprescindibile? A mio avviso no. E' mio parere che Ancelotti ricorra all'usato sicuro quando manca di alternative, ed il momento non impone nuovi passi falsi, sconsigliando modifiche a effetto: sarà un caso che il Milan delle ultime sette/otto partite di questo e dello scorso campionato, è praticamente, salvo pochi cambi (Zambrotta per Oddo, Beckham per Gattuso, Favalli per Nesta) lo stesso che si è giocato la finale di Atene due anni fa? E dire che già due anni fa la squadra si diceva fosse vecchia. Eppure, in questi due anni, qualche giocatore di livello lo abbiamo pur preso, Pato su tutti. Domenica contro la Juve, non credo ci saranno grosse novità rispetto a Catania: forse Flamini per Janku, ma il resto dubito possa essere toccato. Ma se ciò avviene, non è colpa di Ancelotti, ma di una stagione che, partita con grosse aspettative, alla fine ci ha impedito di provare e trovare nuove strade, nuovi equilibri, nuove prospettive. E' anche per questo che siamo a sette punti di ritardo dalla testa della classifica. E non solo perchè gli arbitri non ci hanno dato una mano....Buon fine campionato a tutti!
(gumas)
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del 28/04

31 maggio 2009
Ultima giornata di campionato...la classifica recita così...
Inter.....79
Milan...79
La cosa impensabile è accaduta...la squadra dello special one ha perso terreno, mentre quella di Ancelotti ha messo la quarta e non ha più perso un colpo...
L’Inter gioca in casa contro l’Atalanta...che al campionato non ha più nulla da chiedere
il Milan va a Firenze...con una Fiorentina che si gioca il quarto posto...
Insomma...un pomeriggio adrenalinico tutto da vivere...
Ore 15: fischio d’inizio...
Dopo due minuti l’Inter è già in vantaggio...gol di Ibra...a Firenze si gioca, ma...0 a 0
A Milano c’è il raddoppio di Balotelli...a Firenze palo del Gila...sempre 0 a 0
Fine primo tempo...si va al riposo...
 Lo sapevo...lo sapevo...con la fortuna di quelli lì...
Si torna in campo...si ricomincia...
Rigore per l’Inter (e te pareva)...dubbio, molto dubbio...comunque Ibra..gol
A Firenze traversa di Dinho...sempre 0 a 0...
Il tempo scorre inesorabile...mancano 10 minuti all’epilogo di questo campionato...
i tifosi nerazzurri stanno già peparando le loro bandiere per la festa scudetto...
quelli milanisti pregano e sperano ancora...
Minuto 80°...fallo su Kakà alla tre quarti...punizione...ki la batte?
Quel pezzo di gnocco di Beckham...
la punizione diventa uno splendido assist per la testa di Inzaghi e....
PIPPO...GOOOOL!!!!!!!!!
L’urlo dei tifosi milanisti riempie l’italico cielo e comincia lo stillicidio del conto alla rovescia...
...e il tempo scorre lento come olio in una giara...
fino a che...E’ FINITA...LO SCUDETTO E’ NOSTRO...per la miglior differenza reti...sento ancora il fischio dell’arbitro...DRIIIN....DRIIIN...ma...non è il fischio dell’arbitro quello che sento...E’ LA SVEGLIA...
Era solo un sogno...un impensabile, incredibile, inverosimile sogno...ma sognare non costa niente....quindi, a voi che mi leggete dico...
NON SUCCEDE...MA SE SUCCEDE...
prendo ferie per gli adeguati festeggiamenti e mi ubriaco per la prima volta nella mia vita.
E agli scaramantici di turno...vi prego...non maleditemi troppo...perchè
NON SUCCEDE...MA SE SUCCEDE...

(Gabriella)
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del 21/04

“….Gl' è tutto sbagliato, gl' è tutto da rifare!...”
Da quando il Milan è uscito dalla lotta per la conquista dello scudetto e dalla coppa Uefa è cominciato il “sempreverde” dibattito sul futuro della nostra squadra. Le teorie che hanno preso piede sono due: la prima (in netta minoranza) è che “bastano 1 o due ritocchi (oltre a Thiago Silva) per tornare ad essere competitivi”, la seconda (preponderante) è che “bisogna intervenire pesantemente sul mercato estivo e svoltare anche sul piano tattico cambiando la guida tecnica!”. Quando sento questa seconda “teoria”, mi viene in mente la storica frase pronunciata in un mix italo-toscano dal grande Gino Bartali durante una tappa del Giro d’Italia, e cioè  “…gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare…!”.
Allora, facciamo qualche riflessione. Siamo usciti dalla lotta scudetto più o meno dopo il double Palermo-Juventus nel girone d’andata e praticamente in prossimità della sosta natalizia (mancava solo la gara Milan-Udinese del 21/12/2008). Con la coda tra le gambe prendiamo baracca e burattini e ci trasferiamo a Dubai per la preparazione atletica invernale e con la “figurina Beckham” in più. Alla ripresa delle “ostilità” a causa del febbraio nero (quello del trittico Inter-Sampdoria-Werder) comincia un’aria di “pessimismo cosmico” che porta molti ad uno “sfascismo” generale ed a guardare “con invidia” alla marcia del “corazzato duo” di testa composto da Inter e Juventus, veri esempi di squadre solide e costruite con campagne di rafforzamento “funzionali” (ora va di moda dire così).
La domanda più ricorrente a questo punto è: “ce la farà questa squadra allo sbando, piena zeppa di giocatori vecchi e di infortunati, con un impianto atletico-sanitario (Milan Lab) che non ne azzecca più una, con un allenatore bollito che è ora che cambi aria, a raggiungere “almeno” il terzo posto per ritornare il prossimo anno in Champions League? E poi un’altra domanda...”ma a Dubai cosa ci sono andati a fare, a prendere il sole?”.
Nel girone di ritorno il Milan ha disputato 13 partite, ha collezionato 27 punti, ha segnato 28 gol e ne ha subiti 9. Tradotto significa che il Milan ha fatto 2,1 punti a partita, segna in media 1,94 reti a gara e ne subisce 0,7. Ed il duo “corazzato” nel frattempo cos’ha fatto? La Juventus ha messo insieme 24 punti (3 meno di noi), ha segnato 26 gol e ne ha subiti 16; l’Inter di punti ne ha fatti 31 (4 più di noi), di gol ne ha fatti 26 (2 in meno) e ne ha subiti 9 (gli stessi). Ma vogliamo allargare l’analisi al dopo Dubai? Dopo la sosta, prima del girone di ritorno, si sono disputate le ultime due gare del girone d’andata (affrontate Roma e Fiorentina), quindi le partite fin qui disputate sono 15. Ebbene, il Milan ha collezionato 31 punti, l’Inter 32 e la Juventus 28. Se pensiamo che di mezzo c’è un derby “scippato” e che non meritavamo di perdere, allora possiamo tranquillamente dire che il Milan ha fatto gli stessi (anzi addirittura di più) punti dei futuri Campioni d’Italia.
Sto cercando di convincere qualcuno che il Milan è più forte dell’Inter? Assolutamente no!
Sto cercando di convincere qualcuno che “siamo a posto così” e che il nostro Milan non ha bisogno di rinforzarsi e di “svecchiarsi” ? Assolutamente no!
Sto cercando di convincere qualcuno che Ancelotti deve essere a tutti i costi il nostro allenatore per i prossimi anni? Assolutamente no!
Quello che sto cercando di dire è che se guardiamo le cose con un minimo di obiettività, se proviamo a fare un’analisi non con “la pancia” del tifoso ma con la testa, forse ci accorgiamo che….”NON GL' E’ TUTTO SBAGLIATO, E NON GL' E’ TUTTO DA RIFARE!” e che le basi su cui ricostruire il Milan del prossimo anno sono più solide di quello che pensiamo.

(Gianpiero)
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del 14/04

Non so se avete letto "la diagnosi" di questa settimana dell'amico Francesco.
Se non lo avete fatto ve la consiglio perchè spero che, come a me, susciti spunti di riflessione importanti.
Leggendo "quel buonismo che precede l'indifferenza" mi sono venuti in mente tanti (troppi) episodi di finto buonismo
dalla giornalista che nel cuore della notte apre la portiera della macchina, dove sta dormendo una intera famiglia
rimasta senza casa e noncurante del buongusto chiede :"perchè siete in macchina ?" oppure :"avete mangiato oggi ? No?
Perchè, non avevate fame?" Al giornalista che impedisce, con la sua presenza, la circolazione di ambulanze e mezzi di soccorso
pur di "strappare" una diretta ad effetto.
E' amaramente vero quello che sostieni caro Doc ma
dove sono gli esempi da seguire ?
Da piccolo, quando sbagliavo in qualche cosa, per i miei genitori era semplice "insegnarmi a vivere"
bastava un : "ti sembra giusto ? Guarda come fa... , cosa dice... come si comporta in questo caso...
Prendi esmpio!"
Già, allora era semplice, ce ne erano di esempi da seguire...
Ma oggi ?
Se un premier (il nostro premier) ha la nobiltà d'animo di dire :
"sono rimasto scioccato da tanto dolore e disperazione. Quelli che lo vorranno, sarò felice di ospitarli
nelle mie case" Perchè dirlo? Perchè, non farlo e basta! Perchè sentire il bisogno di "investire" sul dolore
abruzzese per un domani ricco di voti da quelle terre ?
Ma c'è di più e di ben più grave (in fin dei conti, anche se in modo sbagliato -secondo me-, un aiuto concreto lo si offre)
Non trovate che ci sia un'assenza, a dir poco imbarazzante, in quelle terre ?
Dove è il Vaticano ?
Dove è il Papa ?
Non crediate che, il sottoscritto, sia un ateo dissacrante
anzi
sono un fervido e convinto credente, ma è proprio per questo che mi chiedo
"nostro Signore Gesù Cristo, con la sua morte nella Croce, che insegnamento ci ha lasciato?"
Non ha forse sacrificato la propria vita (il bene supremo)
per tutti noi ?
Chi lo rappresenta oggi sulla terra, perchè non mette in pratica questo insegnamento ?
Mi chiedo che senso ha celebrare la Pasqua in piazza San Pietro,
predicando ad una folla oceanica il "senso" della morte di Gesù mentre a poco più in la di Roma
c'è gente nel più totale sconforto e dolore
Perchè il Papa non ha sentito il bisogno di annullare le "celebrazioni capitoline"
e non si è recato in Abruzzo a condividere il dolore e portare sostegno morale a quelle popolazioni ?
Perchè sollecita i fedeli a fare donazioni, mentre indossa gioielli che, con il loro valore,
permetterebbero di ricostruire un intero paese distrutto ?
Perchè non sente il bisogno di accogliere, nelle stanze vaticane, quei disperati che dormono in macchina
o, alla meglio, in tende tirate su per l'occasione ?
Lo sa il Papa che la terra continua a tremare e a far vittime ?
Mi si pottrebbe obiettare che, purtroppo, di disastri simili ne accadono in tutto il mondo
e se la chiesa dovesse intervenire con aiuti a tutti ben presto si spoglierebbe di tutti i suoi beni
e rimarrebbe povera...
Ma perchè, nostro Signore, era ricco ?
Ed il nostro patrono nazionale, non era un ricco signore che per seguire i comandamenti di Cristo
morì in piena povertà ?
Non voglio essere demagocico e capisco tante cose ma,
per tornare alla domanda che si fa l'amico Doc...
Se chi dovrebbe insegnarci il vero amore per il prossimo,
al di là di calcoli e tornaconti personali
ci da questo esempio...
cosa vuoi che faccia il "Cucuzza" medio ?

(Massimo)
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del 07/04

Chiunque ha giocato almeno una volta a calcio sa quanto sia palesemente inutile, sconsigliabile e inconcludente il cross dalla trequarti.
E’ una cosa che,ancor prima di iniziare a imparare,ti dicono di non fare:
”Crossare dalle trequarti significa agevolare le difese avversarie”.
Lo si dica: il cross dalla trequarti e’,con il passaggio lento e orizzontale a centrocampo,la cosa piu’ manifestamente stupida che un calciatore possa fare.
Ora ,si da il caso che Tassotti, per motivi a noi inspiegabili, sapesse fare anzitutto i cross dalla trequarti.
Non glielo chiedeva nessuno,men che meno Sacchi che, come noto,avrebbe amato entrare in porta dopo trecentosettanta passaggi di prima,non certo con quei lanci lunghi a strapiombo,francamente inespressivi ben prima che inopportuni.
Eppure,con perseveranza invidiabile,Tassotti li faceva.
Sempre.
E il bello e’ che gli riuscivano.
Laddove tutti fallivano lui eccelleva.
Non c’era nulla di logico ma quei suoi assist strampalati funzionavano.
Quasi sempre.
Il 5 Aprile 1989,al Bernabeu,Marco Van Basten tolse il quasi.
Era il 78’ minuto quando Van Basten tolse il quasi.
Tassotti avanzo’sulla sua fascia,inquadrato a malapena nella parte bassa della tv.
Avanzo’ piano,come sempre.
Puntuale,crosso’ dalla trequarti.
Alzo’ appena lo sguardo,forse per non guardare la faccia presumibilmente scettica,molto scettica,di Sacchi.
Non fu il cross migliore.
Non ne avrebbe parlato nessuno.
Fu allora che Van Basten rinuncio’ alla ragione.
Colpi’ di testa,radente all’erba,lontanissimo dalla porta.
Nessuno ci avrebbe provato ,Lui si.
La traiettoria che ne nacque non l’avrebbe capita nessuno.
Una palombella inspiegabile.
Colpi’ la parte inferiore della traversa,carambolo’ sulla schiena di Buyo, poi, lentamente oltrepasso’ la linea.
Buyo tento’ di allontanarla.
Lo fece tardi.
Cio’ nonostante Van Basten aspetto’.
Lo facemmo anche noi.
Non ci credeva,non ci credevamo.
Aspetto’ anche Tassotti, sempre li, inquadrato appena.
Aspetto’ qualche secondo.
Poi osservo’ il guardalinee, poi l’arbitro.
A quel punto, solo a quel punto, constatato il gol, fece un’altra cosa inspiegabile.
Inizio’ a saltare.
Cosi’, sul posto.
Ripetutamente.
Alzando le ginocchia, e le braccia.
Esultava da solo, ininterrottamente.
Come un bambino.
E’ un ricordo vivido in me.
Con gli occhi di un bambino mi innamorai perdutamente di quei secondi.
Di Marco, di Mauro, di mio padre in poltrona che esclamava senza sosta:
”Impossibile…..Impossibile…”
Certe cose nn si posso scrivere, non si possono spiegare.
Marco e Mauro…
i miei poeti dell’anima.
-Grazie al libro Il canto del cigno ,il mio libro dei ricordi…-

(Paolo)
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del 31/03

Parola d’ordine? Condividere!
Non c’è niente di più bello, al termine di quei novanta minuti nei quali la tensione e l’adrenalina ci avvolgono in un vortice di passione infinita, che cercare delle persone con le quali poter parlare, con le quali potersi confrontare. Persone spesso mai viste, addirittura sconosciute, ma con le quali, nonostante ciò, si hanno davvero tante cose in comune. Persone con le quali, tramite una semplicissima tastiera, poter ridere, scherzare, potersi emozionare e incoraggiarsi a vicenda quando le cose non vanno bene. E’ un sentimento difficile da spiegare, ma ogni qualvolta scriviamo con questo intento, ogni qualvolta riusciamo a confrontarci con queste persone, ci sentiamo sempre bene. Ci sentiamo, insomma, parte di una grande comunità, di una vera e grande famiglia RossoNera. Come poter trovare un nome a tutto ciò? Semplice, semplicissimo forse, trattandosi solamente di due parole: tutto questo è Milan Day. Per chi ci legge dall’esterno, probabilmente, potremmo sembrare retorici e patetici. Per quanto ci riguarda, ancor di più, molti di Noi si sono iscritti quasi per caso, senza minimamente pensare a quanto splendida potesse diventare questa esperienza. E invece eccoci quì, quasi a non poter fare a meno delle Nostre discussioni, dei Nostri post, anche di quelli più pessimistici e spesso addirittura tragici e apocalittici. Ma ci sta, è la dialettica, è il confronto, è la condivisione delle Nostre emozioni più belle, e ci piace anche questo.
Il mondo della comunicazione, specialmente per quanto riguarda il mondo del calcio, ed in particolare quello attorno al Club più titolato al Mondo, è molto vasto, vario e le notizie, così come gli scandali o i presunti tali, corrono molto in fretta. Senza questa comunità tutte le notizie, anche quelle più scomode, dovremmo metabolizzarle da soli, mandando giù bocconi amari e sentendosi impotenti a tutto ciò. Invece, quel che accade ad ogni singolo componente di questa grande famiglia di Milan Day, è cercare immediatamente il copia-incolla sul forum, il dar voce a tutti coloro che condividono con Noi questa fantastica vita da Milanisti. E’ esattamente come quando ciascuno di Noi si trova di fronte alle più disparate esperienze della vita e non si aspetta altro che raccontarlo alla propria famiglia, cercando supporto e incoraggiamento. Milan Day è questo, è una grande famiglia RossoNera, una famiglia sana, vera, nella quale collimano personalità diverse, spesso opposte e contrastanti, ma che hanno sempre e comunque un qualcosa da comunicare, un tema su cui discutere e, soprattutto, un’emozione da condividere. Condividere, ovvero il verbo madre di questa fantastica famiglia, nonchè la parola d’ordine per entrare a farne parte. Grazie a tutti voi...Fratelli e Sorelle RossoNere!

(Mario)
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del 24/03

Telenovela, calcio e... Milan
Qui in Brasile la novella televisiva è  moltissimo poppolare e seguita dai più diversi strati della società. Agli apassionati del genere sono attualmente disponibili 10 novelle diverse, con le puntate mandate in onda dal lunedì al sabato. Ci sono “novelas” per tutti i gusti  e di tutti i genere: avventura, commedia, drammatico, romantico, thriller, suspance, storico, fantascienza... c’è anche una  dedicata agli adolescenti, dove i protagonisti sono dei personaggi mutanti – tipo gli “X-Men”.  In alcune la storia si sviluppa nel passato, in altre nel futuro...  però nella stragrande maggioranza  delle storie i personaggi vivono nell’attualità.
Trovare  un brasiliano che non segue (o non ha mai seguito) una telenovela è quasi così  impossibile quanto trovarne uno a cui non piace il calcio.
La telenovela è quindi  uno spettacolo televisivo che, così come lo sport sopracitato, coinvolge tutte le generazioni e tutte le classi sociali.  Tramite le vicende  dei personaggi,  è possibile a chiunque (ed in speciale agli stranieri)  capire come pensa  il poppolo brasiliano - visto che solitamente le storie rispecchiano  il loro modo di essere e vivere.
Settimane fa, in quella che è la telenovela più seguita qua, una coppia (fra i personaggi protagonisti) parlava sul loro baby che stava per nascere. La ragazza incinta, sicura di che al figlio non sarebbe destinato un futuro qualsiasi, diceva: “ Sento che il  nostro bambino sarà qualcuno importante... magari diventerà un dottore o attore famoso, conosciuto e rispettato in tutto il Brasile e anche all’estero.” A questa osservazioni ha risposto prontamente il futuro papà: “No no,  non sarà un attore... il nostro bimbo diventerà un calciatore. E giocherà in Europa, ma non in un club qualunque. Sarà un fuoriclasse vincente... giocherà nel Milan!”
La sua risposta parla da sola: i brasiliani amano il calcio.. è lo sport più poppolare qua  e anche chi non lo segue da così vicino ha la sua squadra del cuore. I veri innamorati hanno sia la  squadra brasiliana che le loro squadre preferite all'estero. La Liga, la Premier League e la Serie A sono i campionati stranieri più poppolari... sia perché lì giocano i migliori al mondo, ma  anche  perché al brasiliano interessa  sempre seguire i suoi connazionali – non dimentichiamoci che il Brasile  ad ogni anno sforna decine  di nuovi talenti, ragazzi promettenti  che prima o poi lasciano il paese per andare all'estero.
Ma se i calciatori brasiliani talentuosi sono dappertutto... allora perché il club citato è stato il Milan?
Perché non il Real Madrid, Barcellona, Manchester United o Liverpool?  
E più specificamente - per rimanere in Italia -  perchè il Milan e non l’Inter?
Certo che a Milanello ci sono  tanti brasiliani, ma l’altra sponda di Milano ha anche lei tanti verdeoro in rosa, tutti calciatori ugualmente apprezzati qua... dunque perché il personaggio sogna con il figlio indossando la maglia rossonera e non quella nerazzura?
Semplicemente perché nonostante il momento attuale, nonostante la Coppa Uefa e l’assenza in Champions, nonostante l’altra sponda abbia vinto tutti gli ultimi scudetti mentre arriviamo dietro in classifica e a  tanti punti di distacco... nonostante tutto... è  il Milan il sinonimo di club vincente!
Siamo una società  veramente speciale per tutti coloro che amano il calcio al mondo... un club vincente in passato e che ritornerà ad esserlo anche in futuro. Non per caso uno come David Beckham ha recentemente dicchiarato che “... ci sono solo tre club (al mondo) che possono convincere i giocatori indipendentemente dai soldi che offrono: Real Madrid, Manchester United e Milan. In questi club non si va per soldi.”
Grande David... anche i brasiliani la pensano come te!!!

(Nina)
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del 17/03

Alzi la mano chi ha visto un grande Milan nelle ultime due partite di campionato!
Tutto si può dire meno che sia stato un Milan scintillante e strepitoso.
La condizione fisica sta migliorando, alcuni giocatori stanno entrando in condizione, ma andiamo al ritmo di un infortunio importante a gara e le nostre capacità di gestione della partita non sono ancora particolarmente convincenti.
Eppure c'è un dato, non casuale secondo me, che risalta all'occhio. Il Milan nelle ultime due gare di campionato, pur senza giocar bene, ha segnato la bellezza di 8 gol. Una media di 4 a partita. Di questi 8 gol ben sette sono stati segnati dalle due punte.
Già le due punte, vecchio cavallo di battaglia presidenziale.
E' innegabile che con due punte il Milan giochi meglio. Le ragioni sono molteplici.
Innanzitutto con due punte il Milan dà sempre la sensazione di poter fare male all'avversario e di poter andare in porta. Le difese avversarie con le due punte non possono far salire i terzini e anche il loro gioco ne risente. In più poter coprire l'area sui cross, permettendosi sempre un uomo sul primo palo e un altro sul secondo, cambia, e di molto, la dimensione difensiva degli avversari.
Questo dato poi va letto in chiave futuribile, in quanto abbiamo fatto 8 gol in 2 partite con due punte ma senza Kakà (in campo solo 27 minuti a Siena). Immaginiamo quindi quanto sia, esponenzialmente, aumentabile il nostro bottino nelle partite future quando rientrerà tra gli effettivi anche Ricky.
In definitiva credo che, il dato principale che emerge da queste due partite sia un segnale inequivocabile per il futuro del Milan. Si deve partire da Kakà e due punte. Una filosofia che in questi ultimi anni abbiamo troppo dimenticato ma che è la vera filosofia del Milan.

(Max RC)
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del 09/03

Molti dei nostri grandi senatori da tempo rendono al di sotto delle loro possibilità. O meglio, al di sotto di quelle  che noi riteniamo essere ancora le loro possibilità. Ma, salvo accanimenti a mio modo di vedere spesso a sfondo razziale nei confronti di Seedorf, in molti non se ne accorgono, o forse non se ne vogliono accorgere. E se qualcuno osa farlo, è subito peccato di blasfemia, da espiare con penitenza e digiuni, di cui vergognarsi.
Stando spesso in ambulatorio a vedere mia madre (pediatra) avere a che fare con famiglie di tutti i tipi, ho già chiara, pur avendo solo 21 anni, una cosa: il bene di un figlio si fa sgridandolo quando va male a scuola, non dicendogli, come fanno molte mamme, "è la maestra che ce l'ha con lui". E il bene di un amico si fa cercando di fargli capire quando sbaglia, non abbandonandolo ad un destino frutto di scelte sbagliate. Chiaro che se però la sgridata evolve in un uso violento delle cosiddette "maniere forti", il discorso cambia: e questo può valere anche per il calcio.
Prevale in molti l'amore, la riconoscenza, ed è una bellissima cosa, soprattutto quando riguarda i tifosi; meno quando queste componenti influenzano, come negli ultimi anni, campagne acquisti e strategie societarie.
Forse hanno ragione coloro i quali pensano che quest'anno si è fuori dalla lotta scudetto per il terzo anno di fila solo per sfortuna, infortuni a catena degli uomini chiave, arbitraggi orientati ecc. O forse la ragione è nel mezzo: nel calcio nessuno ha l'ultima parola.
L'importante è che non venga mai a mancare il rispetto reciproco, che non si vengano a creare divisioni interne fra "veri tifosi" e "falsi tifosi", fra gente che "si merita il Milan", e gente che meriterebbe di tifare per altri club... meno prestigiosi.
Il calcio per definizione è un gioco, è passione, divertimento, strumento di dibattito, motivo di aggregazione sugli spalti e nei forum come il nostro. E' bello che ognuno dica la sua, fra un rilievo serio e una risata sdrammatizzante. Il calcio non è nè religione nè dogma. Vi prego, comunque la pensiate, prendiamoci tutti meno sul serio.

(Francesco the Doc)
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del 03/03
Siamo in un periodo davvero brutto, non disponiamo di molti uomini e per di più esprimiamo un gioco carente sotto ogni punto di vista.
Mi chiedo se ci sia la possibilità di competere ancora per lo scudetto, ahimè anche il barlume di speranza che coltivavo in fondo al mio cuore si è ormai affievolito. E già si affaccia ai nostri occhi l’ennesima stagione fallimentare. Non rimprovero alla società di non aver fatto acquisti, anzi i soldi sono stati spesi, ma spesi male. Si è voluto ad ogni costo far tornare l’ucraino depresso, sperando  che potesse ripresentarsi come il campione tanto ammirato anni addietro. Si è puntato su un ipotetico riscatto di Emerson credendo che potesse riprendere le vesti del puma di 3 stagioni fa. Si è puntato su Ronaldinho, ma stavolta il dictat del presidente non ha funzionato.
Il bel gioco? Buonanotte! Piccoli campioni crescono, non è la frase che si potrebbe formulare a Milanello dove vige una politica ben diversa. Giovani? No grazie, preferiamo investire su giocatori già affermati. Ma perché? Non si è imparato nulla dai campionati precedenti? Si insiste con questa politica kamikaze, politica sostenuta con fierezza e autocontrollo.
Eppure qualcosa non va? Questo Milan è ferito nell’orgoglio, mi spiace molto scrivere queste parole, la serataccia di Uefa è stata il peggiore degli incubi e ha decretato la fine di un ciclo aureo. Adesso sì che urge un cambiamento, sono convinto che il buon vecchio Milan tornerà grande. Per l’ennesima volta chiedo a tutta la società di imparare dagli errori commessi per farne prezioso tesoro.
E poi Carletto mio perché ti ostini a porre e riproporre un modulo stracollaudato e straconosciuto da tutto il globo terrestre?
Il rombo di centrocampo non funziona più e porre Pirlo come vertice basso, soprattutto questo Pirlo è follia pura.
Altrove Gorcuff delizia la platea con giocate da autentico fuoriclasse. C’era bisogno di mandarlo via? Il francese ci avrebbe fatto comodo.
In parole povere servono uomini nuovi da applicare in un modulo nuovo di zecca. Gli esterni dove sono? Zambrotta è lontano parente dello splendido terzino dei mondiale 2006, Jankulovsky si propone in avanti ma dietro lascia tremendamente a desiderare.
Questioni di tattica, questioni di cuore. Chiunque cerca di fare l’allenatore a suo modo, io nel mio piccolo cerco di dare preziosi consigli affinchè la mia squadra del cuore possa risollevarsi da un opprimente torpore. Le parole di Maldini poi sono state chiare: “la società dovrebbe maggiormente puntare sul settore giovanile!” Non è mai troppo tardi, non mi vergogno di questa società che tanti trionfi mi ha regalato. Ci mancherebbe! Sempre fiero di questa società che tramutato i miei sogni in realtà.Il mio Milan però sta attraversando un periodaccio, ma con i dovuti accorgimenti tornerà grande. Forza Milan

(Frank)
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del 24/02

Potrebbe anche darsi che sia giunto il momento di dirsi addio. Così come avviene in buona parte delle più grandi storie d'amore, prima o poi può subentrare nel rapporto la noia, la stanchezza, l'affievolirsi della passione. Solitamente viene chiamata "crisi del settimo anno". Tuttavia, rimane per me inconcepibile tramutare certi sentimenti in insofferenza. Quanto accaduto domenica, a San Siro, nei confronti di Carlo Ancelotti, e quanto per la verità va ripetendosi anche nelle sedi istituzionali un po' dall'inizio dell'anno, a mio avviso non è assolutamente condivisibile. I fischi al tecnico, le tirate d'orecchie nemmeno tanto velate da parte della proprietà, i richiami per certi risultati poco convincenti con le piccole da parte dei reggenti la massima carica societaria, nascondono un malessere e uno stato di cose che rende quanto meno ipotetico il rispetto del contratto che lega Carletto alla panchina rossonera fino al giugno del prossimo anno. Se prima era una certezza, adesso è perlomeno diventata una probabilità. E di questo, purtroppo, dobbiamo ormai prenderne atto. Dico purtroppo perchè, da sempre, ho considerato e considero il tecnico di Reggiolo la persona più adatta a sedere sulla nostra panchina. E non perchè, come i maligni insinuano, sia solo uno "yes man". Perchè, checchè se ne dica, Ancelotti è un vincente. Ha avuto a disposizione praticamente sempre la stessa squadra in sette anni, ed è riuscito a vincere due Champions a distanza di quattro anni l'una dall'altra, andando molto molto vicino a fare tris in una sciagurata notte turca. Ha sempre accettato con eccezionale professionalità le scelte societarie, anche quando le stesse erano palesemente contrarie e in discordanza con le sue, per il bene della causa. Ha inventato e innovato, sempre e comunque, per quadrare i conti. Ha fatto le nozze coi fichi secchi unicamente per ragion di stato. Ha visto andare via il più forte attaccante del mondo, Sheva, vedendoselo sostituito da un'ipotesi, Olivera, eppure è arrivato lo stesso fino alla notte magica di Atene. Ai suoi tempi, a Sacchi bastava dire "a" per avere questo o quel giocatore. Certo, erano anni diversi, in cui girava più denaro e Berlusconi faceva il presidente a tempo pieno: ma sta di fatto che il buon Arrigo non si è mai trovato nella condizione di chiedere Adebayor e di ritrovarsi Ronaldinho. Anzi, quando capitò a lui, una situzione analoga, ebbe la meglio sulle volontà presidenziali, e riuscì a far comprare Rijkaard anzichè Borghi, per il quale il Presidente stravedeva. L'ottimo Capello, dal canto suo, ereditò una squadra in cui collezionare campioni nel pieno della propria attività fisica, anche quando non servivano realmente a nulla, era la prassi. Eppure, nonostante certe indubbie favorevoli condizioni, e qualche amaro scivolone, che pure con loro c'è stato, vengono ricordati unicamente come vincenti, mitici, uno po' come i grandi Re di Gondor nel Signore degli Anelli di Tolkien, lasciando a Carletto, nell'immaginario collettivo del tifoso rossonero, l'ingrato compito di piccolo hobbit, da sempre costretto a portare un anello pesantissimo. Magari al naso. Ora, lungi da me l'idea di lanciarmi in un'apologia di Ancelotti: non ne ha bisogno, i risultati parlano per lui. E non voglio nemmeno partecipare al toto-sostituto, perchè rimango dell'idea che trovarne uno più bravo di lui, di questi tempi, sia impresa complicata. Resto però dell'idea che fischiare e contestare in quel modo un allenatore che tanto ha dato, in termini di successi e anche di spettacolo, solo perchè in una partita interna contro una signora squadra qual è il Cagliari di questi tempi, e dovendo già fare a meno di Kakà, Pato, Ronaldinho, Shevchenko e Borriello (mica poco...), decide di sostituire il trentacinquenne Inzaghi, reduce dai novanta minuti di Brema, a cinque minuti dalla fine, con il buon Ambrosini, messo lì in mezzo a fare il centravanti, significa, come minimo, essere prevenuti. E quando in una storia d'amore si arriva al punto di stare sul chi va là, in attesa di un passo falso del partner, solo per poterglielo rinfacciare, ebbene sì, forse è il caso di voltare pagina. Con grandissimo dolore. Almeno per me. Un abbraccio e a presto.
(gumas)
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del 16/02

Milan Channel...un canale che parla solo di Milan???
E come non abbonarsi...per un’irriducibile e convinta milanista come me!
Il direttore...ah sì... Mauro Suma...un mito per i tifosi rossoneri...guardo tutto...anche le repliche
La posta...che bello...imparo a conoscere tanti altri milanisti come me che scrivono al canale, dimostrando la loro passione uguale alla mia...e che forti quelle prime pagine tipo gazzetta chiamate MilanDay dall’autore...ma chi è...ah sì...si firma Max...preciso e puntuale ad ogni appuntamento.
E poi un giorno...la mail di un amico...conosciuto tramite il canale...Max  ha creato un forum e ti invita ad iscriverti...davvero?...che fai accetti?...con entusiasmo...e come dire di no? Il Forum, naturalmente, era MILAN DAY...era, ora lo posso orgogliosamente dire, è IL NOSTRO FORUM...
Ecco...è cominciato tutto così...la registrazione...il parlare ancora di Milan, il riscoprire altri amici rossoneri e che, fino ad allora solo nomi, pian piano son cominciati a diventare prima voci e poi conoscenze vere e proprie, consolidatesi al memorabile primo raduno di maggio 2008.
All’inizio, il filo conduttore è stato il Milan...ma, ma mano che passava il tempo e si approfondiva la conoscenza, il legame è nato forte...a prescindere...con alcuni di più, con altri meno, come è inevitabile; il coinvolgimento delle rispettive famiglie, nascite di amicizie vere e che mi danno tanto.
Un intrecciarsi di vite....un raccontarsi il passato....un vivere insieme il presente...un progettare, sempre insieme, il futuro....e le tristezze dell’uno sono le tristezze dell’altro....e poi gioisci insieme anche solo per una vittoria...le confidenze tutte al femminile...quasi criptate....perchè nessun altro deve sapere...una complicità che ci rende più forti e sicure...un sms...una telefonata...e sei sicura che dopo ti senti meglio ed affronti tutto con più serenità...perchè sai che, anche la prossima volta, se hai bisogno, sai chi chiamare...a chi rivolgerti...
Ritrovarsi sul Forum, per me, è come ritrovarsi in famiglia...si scherza, si ride, si parla di tutto...ci sono discussioni...a volte divergenze...ma sempre sapendo che, comunque, hai a che fare con persone a cui hai imparato a voler bene...di cui non potresti più fare a meno, perché ormai fanno parte della tua vita....e non sto esagerando...credetemi...è la verità!
Posso dire, con cognizione di causa e senza esagerare, che MILAN DAY mi ha migliorato la qualità della vita!
Grazie a tutti amici

(Gabriella)
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del 10/02

“L’AVEVO DETTO IO CHE…..”
Siamo a praticamente a metà stagione (poco oltre) ed è tempo di bilanci. Tranquilli, non voglio fare un bilancio su quella che è stata fin qui la stagione della squadra, dei suoi risultati e delle sue classifiche. Sono altri quelli che si occupano (e bene) di questo argomento.
Il bilancio che voglio tracciare in queste righe è quello relativo all’espressione più usata nel mondo del calcio da tifosi, giornalisti ed addetti ai lavori, e cioè “L’avevo detto io che…”.
Se si prendesse un nuovissimo dizionario della lingua italiana e si cercasse la definizione della parola CALCIO, si troverebbe questa definizione: “Ambiente passionale dove tutti dicono tutto ed il contrario di tutto senza vergognarsi di essere stato smentito dai fatti, e dove è possibile cambiare continuamente giudizio perché nessuno deve e può ammettere di aver sbagliato”.
Questa definizione non vale solo per i giornalisti, dove il confine tra incompetenza, appecoronamento alla linea editoriale, amicizie e ruffianeria è sottilissimo, ma vale anche tra i tifosi, sia tra quelli di squadre diverse, sia tra quelli della stessa squadra.
Allora restringiamo il campo d’azione e guardiamo un attimo in casa nostra (e cioè in casa Milan), per evitare di dover scrivere per tre giorni consecutivi di tutte le castronerie che vengono dette nel mondo del calcio.
“Il Milan ha assolutamente bisogno di comprare una punta di peso là davanti, perché nel campionato italiano servono le squadre dove contro le piccole che si chiudono a riccio serve fare a sportellate. Noi là davanti siamo troppo leggeri, abbiamo bisogno di chili”.
A causa della sfiga possiamo schierare la nostra punta di peso (Borriello) solo per poche partite, ed allora pensi al peggio.
Ed invece… invece ti ritrovi col Milan che ha l’attacco più prolifico di tutta la serie A, ed allora tutti quelli che parlavano di problemi d’attacco virano di 360 gradi e dicono “Il motivo per cui il Milan non è primo non è l’attacco, ma è solo ed esclusivamente colpa della difesa!”. Dopo la sosta natalizia il Milan di ritorno da Dubai, si presenta con Beckham in campo e mette fuori Ronaldinho.
“E’ bastata questa mossa per riequilibrare tutta la squadra, ed ora è necessario a tutti i costi fare in modo che la squadra resti così com’è per tutto il resto della stagione, altrimenti non entriamo neanche fra le prime quattro!”.
Ma come? Ma dopo le sconfitte delle prime due giornate (Bologna e Genoa), il Milan “squilibrato” non era arrivato in testa la classifica?
Non aveva infilato 8 vittorie in 10 partite segnando 16 gol e subendone soli 5 (tenendo la porta inviolata per oltre 400 minuti tra la quinta e la nona giornata)? Sì sì ho capito, ma vuoi mettere l’equilibrio che ha adesso??? Certo che sì, e che diamine!!!
Peccato che mi ricordo che non c’era un solo tifoso o giornalista che avesse minimamente pensato solo per un istante che la “figurina David Beckham” potesse trovare spazio in questa squadra...figuriamoci poi per sostituire Gattuso!!! Ma allora perché l’abbiamo preso?
Beh è chiaro ed evidente a tutti: ormai il Milan di Galliani e Berlusconi non costruisce più le squadre per ottenere dei risultati, ma per fare marketing e vendere magliette!!! Ed ora tutti a pregare Galliani in ginocchio “Per favore Adriano, convinci i Galaxi a lasciarci David per sempre, perché solo così possiamo vincere lo scudetto!!!”. E Ronaldinho? Beh… vabbè, ma Dinho si sapeva che in questa squadra non poteva essere decisivo… che non corre… che non fa che togliere spazio a Pato e Kakà… su dai lo si sapeva… ora è meglio che stia a marcire in panchina perché senza di lui siamo perfetti!!!
Ma come? Ma Dinho non è quello che fino agli inizi di Dicembre ha letteralmente trascinato il Milan con i suoi gol decisivi in campionato (sette) ed in coppa Uefa (due)? Non è quello che era tornato ad essere il campione del 2005,
che ci faceva ballare la samba, che dimostrava col suo atteggiamento in campo di essere “pienamente coinvolto nello spirito di questa squadra”? Sapete quando è cominciata la parabola discendente di Ronaldinho? Quando la Gazzetta (e tutti gli altri) uscì con un titolo a nove colonne “E’ Ronaldinho mania”! Da allora non c’è più pace…..adesso è solo “un caso, uno che non corre, uno che ha perso il sorriso, uno che ……non serve”!!! Per non parlare del problema del portiere! “Il Milan deve assolutamente risolvere il problema del portiere. Il Milan deve prendere Buffon… anzi, visto che la Juve non lo vende più, deve a tutti i costi prendere Frey!
Se proprio non si può prendere Frey, non bisogna assolutamente lasciarsi scappare Lloris (chi???????).
Con Abbiati, Dida e Kalac non ne facciamo uno buono”, e poi… e poi Abbiati è
“quel bastardo che durante un Juve-Milan saltava al coro di CHI NON SALTA E’ MILANISTA”… e poi “Abbiati è merdazzurro”!!!
Mamma mia!!! Chissà com’è andata a finire? E’ andata a finire che oggi... “Abbiati è un gran portiere”,  oggi “Abbiati non lo cambierei con nessun’altro”,  oggi “Abbiati mi fa sentire tranquillo”!
“E Gourcuff? "Ma hai visto che cosa sta combinando nel Bordeaux?" "Ma come mai noi l’abbiamo svalutato così tanto?" "Questo è il nuovo Zidane, e noi che facciamo? Gli mettiamo un diritto di riscatto di soli 15 milioni di euro? Ma Galliani è proprio un incompetente!”
“No, no, la colpa non è di Galliani, è di Ancelotti che non gli dava spazio!!!”.
E sì, perché Ancelotti notoriamente è uno che le scelte non le fa per il bene della squadra, ma in base alle simpatie ed alle antipatie… e Gourcuff non gli stava simpatico.  Poi peccato che arriva uno come Beckham (la figurina) che dopo 5-minuti-5 di allenamento si dimostra un grande professionista, uno che ha un’intelligenza tattica fuori dal comune, uno che in campo sa perfettamente cosa fare e dove stare
ed allora Ancelotti lo mette in campo e non lo toglie più!!!
E Pirlo? “ Guarda io l’ho sempre detto!!! Quando Pirlo non giocava più il Milan è era un’ altra squadra!
Ora che lui è rientrato il Milan fa cagare!!!" "Abbiate il coraggio di tenerlo fuori!!!” E’ bastato che tornasse a fare quello che ha sempre fatto, con una condizione fisica normale, perché di Pirlo non se ne parli più… naturalmente  perché tutti ora danno per scontato che Pirlo è un titolare inamovibile di questa squadra.
E Senderos? “Ohhhhhhh, finalmente un vero centrale difensivo giovane e forte”
Sono bastati una serie di infortuni fisici per arrivare a dire e pensare “Che sia un pacco che ci hanno rifilato, ed è meglio che in campo non ci metta piede!!!”.
E Zambrotta? “Un giocatore finito da tre anni ormai" "ma possibile che non possiamo mai puntare ad un giovane piuttosto che affidarci ad un vecchio che ormai non corre più?”
Peccato che sia uno dei giocatori più presenti e più apprezzati in questa prima parte di stagione.
E… vabbè!  Forse è meglio che mi fermi qui, tanto l’elenco potrebbe essere lunghissimo e gli esempi tantissimi e, soprattutto,
tutto quello che scrivo qui oggi potrebbe essere contraddetto dai fatti domani. Forse basterebbe che ognuno di noi facesse un po’ uso della COERENZA nei giudizi calcistici che quotidianamente emette.
Sapete qual è il problema? Che nella definizione della parola Calcio nel dizionario che dicevo prima c’è scritto…
”Ambiente passionale dove tutti dicono tutto ed il contrario di tutto… e dove non esiste la coerenza”!
A proposito, volete fare una scommessa con me? Sapete quando sentirete dire la frase
“Sono proprio degli incompetenti, sono andati a spendere 20 milioni di Euro per comprare un giocatore vecchio di 33 anni a cui danno 5 milioni all’anno di ingaggio, piuttosto che pensare a ringiovanire la squadra con dei ragazzi promettenti.
Ma ormai questo Milan è un Circo che pensa solo a vendere magliette!!!”?
La sentirete fra qualche mese, quando Galliani avrà convinto i Galaxy a lasciarci Beckham e lo Spice Boy comincerà a giocare meno bene di quello che sta facendo adesso e la cotta per lui sarà passata.
Ho provato a fare una puntata alla Snai su questa scommessa, ma mi hanno detto che non accettano questa giocata perché è troppo scontata!!! Hanno ragione…io avrei fatto uguale.

(GianPiero)
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del 03/02

Avete mai provato a...
REALIZZARE UN SOGNO ?
A giorni partirà la "nuova creatura" di Milan Day, la WEBTV ma questo non è che un arricchimento importante e bello... voglio raccontarvi la storia di questo sogno
Sono cresciuto a "pane e Gazzetta" con la passione per il Milan trasmessami da un mio cugino più grande che, in un paesino della Toscana, circondato da tifosi viola, bianconeri ed interisti, aveva scelto il Milan per due motivi:
1 - la smisurata ammirazione per Rivera
2 - la ribellione al padre che, da interista, sosteneva la tesi "Mazzola più forte di Rivera".
Ogni volta che aprivo la Gazzetta, trovavo qualche cosa che non andava nei titoli..."ma perchè non c'è il Milan nel titolo a tutta pagina?"
Poi, un giono... Milan Channel!
Si potevano inviare mail alle quali, non solo rispondevano ma... mostravano in video !
Quale assist migliore per la "mia Gazzetta personale"?
Dubitavo che facessero vedere e commentassero quelle "strane mail", ed invece... lì iniziò il mio sogno
Perchè non dare un titolo alla "mia" Gazzetta ?
Memore di quanto mi diceva sempre mia madre (prima) e mi dice tutt'ora mia moglie
"oh, quando c'è il Milan... per te non c'è altro!"
Cosa meglio del "GIORNO MILAN" ?... Milan Day, suona meglio
Le possibilità che ti da internet sono infinite e allora perchè non creare un qualche cosa che "custodisse gelosamente" le mie prime pagine ? Nasce il Blog e con esso... parte il sogno!
Oltre che a sentir nominare spesso i nomi degli abbonati al Canale, piano piano, timidamente... cominciai a trovare i loro commenti nel Blog. Certo che... "quanto sarebbe bello parlare di Milan con questi innamorati di Milan come me"
chissà se... un forum... "OK, proviamo anche questa, male che vada..."
I primi splendidi "pionieri" di questa nuova avventura non mi fecero mai sentir solo, neanche quando eravamo quattro gatti che forzatamente scrivevano per riempire di post il Forum
Il numero crebbe a tal punto che... "perchè non fissare un raduno e conoscerci di persona?"
Oggi, dopo quella esperienza, la mia vita non è più la stessa
Mi ritrovo spesso al telefono a parlare per ore con amici che senza il mio Milan Day, nemmeno pensavo esistessero
Conosco le loro facce, le loro storie, i loro umori al di là del Milan, se uno o una di loro ha un problema, lo sento e vivo, come fosse mio ...e per tutti loro è come per me
Di splendide persone, grazie a Dio, ce ne sono ancora... continuano ad arrivare ed in tutti c'è la voglia di ripetere quanto prima l'esperienza di stare insieme per aggiungere altre facce, altre voci, altro calore umano, ai nuovi "nick"
Non abito più nel paesino che mi ha visto nascere e, fino ad oggi, avevo sempre rimpianto quel calore umano nel rapporto con le tue radici, quel capirsi al volo, quel sostegno che viene nei momenti di sconforto, quella gioia di condividere i successi, quella voglia di "tirar tardi" parlando di futilità...avevo, appunto
oggi quel paesino l'ho ritrovato e quel sogno prima fantasticato, poi cercato, poi voluto...
è realizzato!
Ci sono stati momenti belli e momenti brutti ma... è la vita
Per avere quello che ho oggi, come arricchimento dell'anima, sarei disposto a rifare tutto, anche i momenti più brutti della storia di Milan Day, perchè se poi vieni ripagato con queste amicizie...
Avete mai provato a...
REALIZZARE UN SOGNO ?
io si e...
ci sono riuscito!
(Massimo)

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del 27/01

DA ADESSO IN POI
Da una musicassetta registrata male (trovata fortuitamente per strada) e riprodotta malamente (dal mio malconcio stereo di allora), ascolto per la prima volta una canzone. Ascolto una voce che inspiegabilmente incendia tutta la mia attenzione. Quel giorno non volli neanche mangiare per la frenesia di ascoltare l'intera cassetta e per più volte. Da allora in poi ho avuto sempre la convinzione che trovare quella cassetta non fosse stato solo un casuale evento, ma qualcosa dal respiro più ampio e pieno, come un riverbero di fiaba. Un evento che ti cambia, in  una certa misura ti offre un mondo nuovo e un nuovo entusiasmo. L'anno era il 1995. La prima canzone ascoltata "leggero". La voce quella di Luciano Ligabue. Il cuore, quello mio, di un adolescente ancora alle medie. Tutto il resto era solo
  rumore! Vi è mai capitato di incontrare casualmente una ragazza, trascorrere una piacevo le giornata in compagnia e di accorgervi soltanto la mattina seguente che con lei vorresti passare il resto della tua vita? E’ così che io e la musica di Ligabue ci siamo incontrati, andai per la prima volta ad un suo concerto, solo per passare una serata; non potevo immaginare che quelle note sarebbero entrate nel mio cuore, lo capii soltanto i giorni seguenti, provando nostalgia e malinconia per  qualcosa che era trascorso senza che io me ne rendessi conto. Da allora Luciano fa parte della mia vita ed io inevitabilmente del suo mondo, le sue canzoni hanno accompagnato i momenti più intensi della mia esistenza, i suoi concerti con l’attesa, l’attimo fuggente, il ricordo dell’emozione, la crisi di astinenza saranno per sempre gli istanti migliori. Se vi state chiedendo perché posso rispondervi che al cuor non si comanda, che certe cose non si possono spiegare si possono solo vivere, per il resto “chi ama sa”. Come l'amore!quando incontri per la prima volta la persona che ti farà innamorare,sei consapevole fin dal primo istante che tra voi accadrà qualcosa di grande,di unico,di particolare,anche se ancora non riesci a focalizzare esattamente cosa!...Così è accaduto a me con le canzoni di Luciano:già al primo accordo ho intuito che sarebbe stata una "storia" lunga e passionale che mi avrebbe cambiato la vita.E in quei momenti stai così bene!Sì,perchè è come se all'improvviso ti trovassi a parlare con una persona che ti sembra di conoscere da sempre,come se fino  ad allora non avessi mai compreso fino in fondo quanto il mondo possa essere bello...Le canzoni di Luciano:LA MIA PIU' BELLA STORIA D'AMORE!
l'emozione che mi attraversa ogni volta che ascolto Luciano.Sempre la stessa.Sempre degna di essere vissuta.Sempre lontana da ogni tentativo di descrizione.Perchè Luciano non si può "raccontare" fuori ma solo "sentire" dentro: nell'Anima.Là  dove ancora oggi,dopo 10 anni,merita di stare:in mezzo ai miei ricordi più importanti e indelebili...tra le pochissime persone su cui so di poter contare e di cui so di potermi fidare.Da allora ad adesso.Da adesso in poi.

(Paolo)
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del 20/01

Capita molto spesso, quando si è piccoli, giovani e si inizia ad approcciare al calcio nel modo più naturale possibile, con passione, gioia, allegria e tanta voglia di saperne sempre una in più dell’amico, del compagno di scuola o anche di un parente, che qualcuno, con curiosità, senza malizia e con il sorriso sulle labbra ci ponga la seguente domanda: perchè sei tifoso del Milan?? La risposta, in quel momento, non è immediata, non può esserlo perchè, come detto pocanzi, si è piccoli e non si capisce realmente il motivo per cui si sceglie una squadra piuttosto che un’altra, perchè il cuore batta fortissimamente solo per due colori, il Rosso e il Nero che, messi insieme, sono un simbolo di passione irresistibile. Capita anche, perchè no, che si pensi realmente, a volte, a provare cosa potrebbe succedere se si cercasse di trovare un’altra squadra da tifare, con un abbinamento di colori migliore, con giocatori più forti e con uno stile inconfondibile, sempre nel momento in cui qualcuno ci pone quella domanda. E’ un viaggio spontaneo, inconscio che la nostra mente prova a fare e che ci sembra non trovare risposta semplicemente perchè abbiamo ancora bisogno di un pò di tempo per capire veramente il perchè della nostra scelta. Si diventa grandi, le esperienze passano, gli anni anche e ci si rende conto che, tra le mille insidie e le mille difficoltà che la vita ci pone davanti, che c’è una cosa sola che resta sempre vera, autentica, pura e che ti fa vivere quelle emozioni irrinunciabili e, senza le quali, sarebbe impossibile vivere: il Milan. Ed è proprio in quel momento che la testa inizia a pensare veramente al significato della scelta di tanti anni prima, una scelta di vita, una scelta per la vita. E’ proprio nei momenti di difficoltà che si fa il conto di ciò che si ha tra le mani e delle cose belle sulle quali ci si deve appoggiare per stare meglio e ritrovare il sorriso. In quei momenti la risposta c’è, è lì davanti, ed è una sola: il Milan. E da lì in poi tutto diventa magicamente migliore, tutto si ricolora e il cielo sopra la nostra testa sembra quasi più chiaro e più limpido di prima, nonostante i nuvoloni continuino ad intimorirci. Il Rosso e il Nero non sono due colori come tutti gli altri, sono quei colori che ti riempiono l’anima, che ti scaldano la voce e il cuore, e per i quali saresti disposto a fare chilomentri e chilometri a piedi, sotto la tempesta. Sono quei colori per i quali, prima di grandi occasioni, di grandi emozioni da farti saltare il cuore ti impediscono di prendere sonno, facendoti girare all’infinito tra le lenzuola del tuo letto, RossoNere anche quelle! Per i quali niente è più importante quando vedi undici eroi correre e battersi proprio per loro. Per i quali, dopo una serata storta, si sta svegli e non ci sono tranquillanti che tengano per farti passare dalla mente spauracchi e paure, perchè si pensa e ripensa alle possibili soluzioni, anche se si sa, dentro noi stessi, che non tocca a noi trovarle. Sono quei colori per i quali, dopo una Finale di Champions League come quella del 25 Maggio 2005, si poggia la testa sul cuscino e, dopo qualche ora, ci si rende conto che il cuscino stesso è inzuppato dalle nostre lacrime. Sono quei colori per i quali, al tempo stesso, dopo una Finale di Champions League come quella del 23 Maggio 2007, si passa un’altra notte insonne, avvolti dalla felicità, carichi di adrenalina, quell’adrenalina che ti fa saltare fino al sorgere del sole e, appena sorto, non senti nemmeno un filo di stanchezza ma, semmai, una voglia ancor più forte di far festa e di bearti di questa gioia incontenibile. Il Milan è questo, è tutto questo per Noi, è passione, è gioia, è essere felici e tristi a seconda di ogni singolo istante di vita Rossonera, è vevere intensamente la fede più grande della Nostra vita. Qualcuno, adesso, potrebbe chiederci: ma perchè fai tutto questo?? A tal punto, risponderemmo senza esitare un solo istante: faccio tutto questo...perchè sono tifoso del Milan!!! (Mario)
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del 13/01

Circa un anno fa, finita l'acqua minerale, chiamai il servizio di consegna a domicilio. Appena arriva, il ragazzo portando il bottiglione va in cucina e mentre passa davanti al pc alza lo sguardo verso lo schermo. Nel vedere la homepage di MDF (dove c'era una bella splash di Kakà esultando in maglia rossonera) mi guarda stupito e spara: "Ma sei tifosa del Milan?!" Gli rispondo subito di sì e lui:"Anch'io tifo i rossoneri, è la squadra più brasiliana in Italia! E tu perchè hai scelto il Milan?" "Perchè mi innamorai dei suoi colori." Da buona brasiliana, ho il calcio nel DNA. Mio padre (uno di quei "malati" che guarda qualsiasi tipo di gara - anche l'amichevole più insignificante tra squadre semisconosciute), non essendo riuscito nell'impresa di avere un figlio maschio, ha deciso di dottrinarmi (la sua primogenita) nei meandri di questo sport sin da piccola. In quel Brasile degli anni 70 essere femmina e tifosa era una cosa rara... e infatti non ricordo di avere conosciuto in quel periodo qualcun'altra bambina che apprezzava veramente questo sport. Ho incominciato a seguire il campionato italiano nei primi anni 80 insieme a mio padre, che nelle domeniche mi portava con lui davanti alla tv per guardare... la Roma?! Sì sì, la Roma di Ancelotti e di Paulo Roberto Falcão - il suo più grande idolo calcístico all'epoca e ex calciatore dell'Internacional di Porto Alegre (la nostra squadra brasiliana). Le partite di Serie A erano trasmesse in differita o allora arrivavano da noi tramite un servizio/raccolta di 30 minuti circa, dove c'erano soltanto i migliori momenti di ogni gara. Nell'occasione in cui ho avuto l'opportunità di guardare per la prima volta delle immagini di Roma - Milan, mi innamorai sin da subito della maglia rossonera: "Guarda sta maglia a striscie, papà.. è molto più bella di quella romanista!" "Ma figlia, se vuoi tifare per una squadra milanesa perché non l'Inter, che ha lo stesso nome della nostra squadra brasiliana?" "Ma quella non è nerazurra, così come il Grêmio (a Porto Alegre la rivaltà tra Grêmio e Internacional è paragonabile a quella tra le due sponde di Milano)? Non riuscirò mai a tifare una squadra con quei brutti colori!" Erano degli anni bui per il Milan e di gloria per la Roma e nonostante, mi attirava e affascinava di più la maglia rossonera. D'allora in poi continuai a seguire (anche se a sprazzi e non in modo così vicino) il calcio italiano, mentre il Milan pian piano si trasformava nella mia "squadra italiana del cuore". Però confesso che la simpatia per la Roma rimane tutt'ora, legata forse a quei primi ricordi da bambina. Arrivarono Berlusconi, Sacchi e gli olandesi (ah gli olandesi: impossibile per una brasiliana non amare il loro calcio!), portando le vittorie, le coppe, gli scudetti... anni d'oro indimenticabili! Poi qualche periodo di digiuno ed ecco nuovamente Ancelotti - lo stesso ex compagno di Falcão dai miei primi tempi di calcio italiano. Stavolta però alla guida della "mia" squadra: un Milan vincente e (per la mia gioia) ogni volta più brasiliano. Decisi allora d'imparare l'italiano per seguire i ragazzi in modo più vicino e qualche mese dopo mi iscrissi al MDF. Ed oggi, nonostante la lontananza fisica, non tifo più da sola: ho trovato una vera famiglia in Italia con cui condividire la mia fede rossonera... e non solo. Ormai il Milan per me va oltre il calcio... Quando mai, in quei lontani anni 80, avrei potuto immaginare che "l'amore al primo sguardo" per quella maglia a striscie rosse e nere mi spingerebbe ad imparare un nuovo idioma? E che questo mi porterebbe a conoscere delle splendide persone che fanno ormai parte della mia vita quotidiana? Cose da Milan... E chissà se in futuro avrò la fortuna di conoscere personalmente a tanti di questi cari amici? Sembra qualcosa d'impossibile, però "mai dire mai"... specialmente perché la propria storia rossonera dimostra che quando c'è di mezzo il Milan, "l'impossible is nothing"! (Nina)
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